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Area Metropolitana? Pericoloso aspettare la sentenza della Corte Costituzionale

Lo pensa l'associazione civico - politica Civitavecchia c'è che invoca un consiglio comunale aperto a tutte le le forze sociali e agli amministratori dei comuni limitrofi"

Pericoloso affidare il destino di Civitavecchia (Area Metropolitana o Provincia dell'Etruria) alla decisione della Corte Costituzionale.

A mostrare timore per la non decisione adottata dalla massima assise cittadina che dibattuto sulla possibile adesione di Civitavecchia all'Area Metropolitana o alla Provincia dell'Etruria insieme a Rieti e Viterbo, è l'associazione civico politica Civitavecchia c'è.

"La decisione del consiglio comunale di rimandare qualsiasi decisione sulla questione Area Metropolitana o Provincia dell'Etruria, se da un lato lascia ancora intravedere la possibilità di un coinvolgimento della cittadinanza nella decisione da adottare, dall'altro fa sorgere non poche perplessità. Perché il ricorso alla Corte Costizionale presentato dalla Regione Lazio contro il decreto per la riduzione e il riordino delle province non sospende i termini concessi ai comuni per trasmettere alla Regione i propri intenti circa la collocazione nelle nuove entità istituzionali".

Motivo per cui se per fortuna o sfortuna che sia, "la Corte Costituzionale dovesse rigettare il ricorso della Regione Lazio, salvo che intervenga un provvedimento legislativo per la proroga o riapertura dei termini, il Comune di Civitavecchia si troverebbe automaticamente inserito nell'Area Metropolitana". E l'associazione civico-politica Civitavecchia c'è lancia una ipotesi. Che "proprio questo" sia il "risultato cui mira l'attuale mnaggioranza che, salvo qualche timido tentativo di alcuni consiglieri di distinguersi dal coro invocando il coinvolgimento dei cittadini, è convinta che la decisione di entrare a far parte dell'Area Metropolitana sia la soluzione migliore per il Comune di Civitavecchia".

Del resto si tratterebbe di una supposizione che fonda le sue radici in dichiarazioni che poco lasciano alla fantasia. Come quelle del Sindaco "nel suo intervento nel consiglio del 2 ottobre nel corso del quale ha sublimato tutte le competenze e le risorse che per legge vengono attribuite alla Città Metropolitana di Roma e a Roma Capitale". Dichiarazioni in cui però, sempre il primo cittadino, ha "omesso di considerare che tanto più aumentano le competenze della città metropolitana rispetto a quelle che hanno le attuali Province, tanto meno Civitavecchia sarà autonoma di decidere sull'organizzazione dei servizi che la riguardano direttamente (gestione del territorio, fornitura acqua, gestione rifiiuti, ...) ma soprattutto ha omesso di considerare che le grandi risorse di cui godrà Roma Capitale non saranno dirottate, nemmeno in parte, a migliorare le condizioni di vita dei civitavecchiesi, perché Roma fagociterà ogni risorsa come, del resto, ha fatto per tutti gli anni trascorsi essendo capoluogo della Provincia".

Inutile perlaltro per Civitavecchia c'è puntare l'attenzione, per una tale scelta, sulla possibilità che Civitavecchia possa perdere i suoi uffici Inps e Inail qualora entri a far parte della Provincia dell'Etruria. "I parametri o ci sono e gli uffici restano o non ci sono e allora gli uffici vengono soppressi, ma ciò avverrà sia nel caso che Civitavecchia entri a far parte della Città Metropolitana, sia che vada a far parte della nuova costituenda Provincia". Lasciare dunque da parte il "terrorismo" e iniziare a "valutare serenamente i pro e i contro di una scelta rispetto all'altra".

E per farlo è necessario convocare un nuovo consiglio comunale. Questa volta aperto "a tutte le forze sociali e agli amministratori dei comuni limitrofi nonché ai rappresentanti della Regione Lazio e delle Province che potrebbero essere coinvolte".

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