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Acqua pubblica, consiglio comunale flop

Poche presenze tra i banchi e in platea. Si costituirà una commissione formata da rappresentanti di Sel, Pd e opposizione per trovare una soluzione

Solo chiacchiere e decisioni pressoché nulle. Questo il risultato del Consiglio comunale aperto sul servizio idrico. Pochi i consiglieri comunali presenti tra i banchi, pochi i civitavecchiesi che hanno preso parte alla massima assise cittadina a causa soprattutto dall'ora della convocazione (le 10 del mattino "quando la gente - ha spiegato la rappresentante del Comitato per l'acqua pubblica, Simona Ricotti - sta lavorando"). Una sola la decisione assunta dalla massima assise cittadina che non fa altro che rimandare ancora una volta la decisione sulla gestione del servizio idrico. Dovrà prima costituirsi infatti una commissione (formata da un rappresentante di Sel, 2 del Pd e uno dell'opposizione) che dovrà trovare una soluzione. Tempo un mese.

Intanto però il Consiglio comunale non ha fatto altro che sancire ancora una volta la frattura tra  Sel e Pd (o meglio il primo cittadino). Da una parte la fermezza: "L'acqua deve restare pubblica". Dall'altra quel "ma" che mette in crisi: "La mia amministrazione è sempre stata per l'acqua pubblica, per il Referendum che l'ha sancita ma nel rispetto delle leggi". E proprio parlando di leggi Tidei ha tirato in ballo la sentenza del Tar del Lazio che impone alla Regione di nominare un commissario ad acta per il passaggio di Civitavecchia ad Acea. E quel ricorso, da parte del Comune, al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar. Ora la parola passa appunto al Consiglio di Stato. E se quest'ultimo dovesse sancire il passaggio ad Acea per Tidei non si potrà fare altro che rispettare questa decisione.

Ma a destare perplessità non solo tra i colleghi consiglieri, ma anche tra i cittadini intervenuti al dibattito sono delle dichiarazioni contrastanti che il primo cittadino avrebbe rilasciato. Prima quando era sindaco a Santa Marinella e ora che lo è a Civitavecchia. "Sotto la sua amministrazione il servizio idrico della Perla è stato affidato ad Acea. Tutto con una delibera - tuona Elisabetta Gallo - che non è stata nemmeno discussa in Consiglio comunale. E alle preoccupazioni mostrate dai cittadini Tidei ha risposto dicendo semplicemente che Acea è il Comune di Roma. Quindi o diceva le bugie all'epoca o le dice adesso. Fatto sta che Acea non ha risolto i problemi idrici della nostra città perché non ha effettuato nessun intervento. In campo ci sono sempre gli stessi problemi, come quello della depurazione. È rimasto anche il problema legato all'arsenico nonostante Bacheca dice che non è vero. Peccato che esistono delle ordinanze fantasma in cui non solo si vieta la potabilità dell'acqua, ma si vieta di usarla anche per lavarsi". E suggerisce al sindaco Tidei di contattare il sindaco di Napoli, De Magistris che in "città ha creato l'agenzia acqua pubblica non appena si è insediato". O addirittura di chiamare il sindaco di Ladispoli Crescenzo Paliotta che in città ha "creato Flavie Acque".

Tutte proposte e soluzioni ascoltate, chi più chi meno, ma che comunque alla fine non hanno prodotto nulla di più, nulla di meno della creazione a giorno della commissione che dovrà studiare il problema.

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