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Casa del Ricordo: bocciato emendamento in Municipio. E scoppia la bagarre

Polemica tra maggioranza e opposizione sulle linee programmatiche della giunta Alfonsi. Tra le collaborazioni con le istituzioni storiche del territorio manca la Casa del Ricordo. La presidente risponde alle accuse

Da qui pro quo a polemica a suon di note stampa. Sulle linee programmatiche della Giunta Alfonsi si discute in consiglio. A creare la bagarre in aula è il punto cultura. Tra le collaborazioni con istituzioni storiche del territorio c'è la Casa della Memoria, ma non quella del Ricordo. La prima, si sa, legata alla conservazione della memoria, appunto, antifascista, la seconda, creazione della Giunta Alemanno, alle Foibe e all'esodo di istriani e giuliano dalmati. 

Per sopperire alla falla il centrodestra propone un emendamento per integrare anche quest'ultima, ma la maggioranza lo boccia. "Lo riteniamo un pessimo segnale" dichiara Stefano Tozzi, capogruppo di Fratelli d'Italia. "Il fatto, di una gravità inaudita, umilia e mortifica centinaia di migliaia di italiani che hanno sofferto l'esodo dal confine natio e la tragedia delle foibe. Il giorno del ricordo non è una manifestazione di parte ma è prevista da una legge nazionale votata dal Parlamento da tutte le forze politiche, eccezion fatta per Rifondazione Comunista".

Rincara la dose anche l'ex sindaco Alemanno. "È impensabile che la maggioranza di un Municipio importante come il I abbia pensato di bocciare un emendamento presentato da Fdi, firmato congiuntamente anche dal Pdl e da La Destra, in cui si chiedeva semplicemente di applicare alcune modifiche ai punti delle linee programmatiche dell’amministrazione attraverso collaborazioni con istituzioni storiche del territorio come la Casa della Memoria e la Casa del Ricordo". 

In questi 5 anni ci siamo impegnati per la costituzione della Casa del Ricordo degli esuli giuliano-dalmati, presidio costante per la memoria, un omaggio della città di Roma a queste persone che appartengono alla nostra storia e all’identità nazionale. Considero grave l’atteggiamento del presidente del Municipio I, un gesto che dimostra quanto la sinistra abbia poco a cuore la memoria condivisa. 

Un polemica ideologica? Se anche fosse -ma non sembrano esserci gli estremi- non era intenzione del minisindaco della City alimentarla. Proprio la Alfonsi ci tiene a chiarire quello che a dire il vero non sarebbero stato altro che un equivoco. E a  ribadire l'apertura a tutte le 'memorie'.

"Abbiamo sempre sottolineato e scritto nelle linee guida la valorizzazione dei percorsi della memoria -spiega Alfonsi- attraverso progetti culturali, iniziative nelle sucole e nelle istituzioni. Un lavoro da fare non solo insieme alla Casa della Memoria, ma anche con tutte le associazioni presenti nel nostro territorio, inclusa naturalmente la Casa della Ricordo. Sarà mia cura -conclude la presidente- incontrare quanto prima tutte queste associazioni. I temi della memoria e del ricordo rappresentano il grande patrimonio condiviso da trasmettere alle nuove generazioni".

Sì, ma allora come spiegare la bocciatura dell'emendamento? Col voto contrario di tre esponenti di Sel. Forse un qui pro quo comunicativo, un'incomprensione o un semplici battibecco da aula con ritorsione finale. Niente di ideologico insomma. O almeno così precisano dal parlamentino di via Petroselli. 

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