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Esquilino Esquilino / Piazza dei Cinquecento

Dimmi che stazione hai e ti dirò che città sei: la Capitale vista da Termini

Degrado, incuria e sporcizia: ecco come si presenta la Capitale per chi arriva in treno alla stazione Termini, principale scalo ferroviario della città

Cartacce seminate qua e là, già all'arrivo sui binari. Cocci di vetro, se non intere bottiglie vuote, lungo pareti e marciapiedi. Senza tetto accovacciati agli angoli dei negozi interni anche in pieno giorno. Termini, il principale scalo ferroviario della Capitale, non differisce poi tanto dalle stazioni delle altre grandi città italiane.

Per chi arriva in treno  il primo impatto con la Città Eterna è completato dallo spettacolo che si apre nel piazzale antistante la stazione. Sacchi di immondizia abbandonati lungo il perimetro del cantiere della metropolitana, pali divelti e, tra una corsia e l'altra di piazza dei Cinquecento, un vero e proprio bazar. Dopo aver superato incolumi i taxi che sfrecciano davanti alla stazione, incuranti tanto delle strisce pedonali quanto dei pedoni, turisti e pendolari sono costretti a fare lo slalom tra bancarelle più o meno grandi di abiti, biancheria, borse e accessori palesemente contraffatti, cellulari di dubbia provenienza, monili, caldarroste, promotori di tour guidati tra le bellezze della città e mendicanti.

All'odore delle castagne arrostite sui bidoni di latta e dei panini con la cipolla venduti dal furgone parcheggiato lungo la prima corsia, si mescola il tanfo dell'immondizia sparsa e innaffiata di urina. Difficile farsi spazio tra i rifiuti, gli improvvisati commercianti, gli acquirenti a caccia di affari, i turisti incuriositi, e l'impresa risulta ancora più ardua se ci si trascina dietro una valigia. Di fronte a tale circo viene quasi voglia di scattare una foto ricordo, ammesso che il pusher di turno lo permetta e non pretenda di cancellare gli scatti che lo hanno accidentalmente immortalato o, addirittura, di avere l'apparecchio.

Degrado stazione Termini

Al calar delle tenebre le bancarelle spariscono per lasciare spazio al via vai di spacciatori e acquirenti e ai senza tetto, che si sistemano come possono nei pressi delle porte della stazione, mentre sui marciapiedi delle corsie degli autobus e sotto la statua di Giovanni Paolo II la sporcizia della giornata si è accumulata. Con il buio arrivano anche i rinforzi della polizia per scongiurare incidenti e risse tra i gruppetti appostati alle uscite della metropolitana. Intanto sui pannelli gialli che delimitano il cantiere campeggiano gli striscioni di Roma Capitale che ricordano, a italiani e stranieri: "Roma è la nostra casa. Rispettiamola".

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