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"Cittadinanza" ai figli di immigrati: I e II Municipio promuovono Ius Soli

Un attestato di cittadinanza municipale, votato tramite apposito atto, o di cittadinanza onoraria. Marino: "Primi importanti passi verso la costruzione di una società che integra e non discrimina"

Un attestato simbolico, un segno di accoglienza e di riconoscimento. Sei nato da genitori immigrati in Italia? Allora sei cittadino del I Municipio di Roma, o del II. Entrambi i parlamentini si sono fatti promotori dello Ius Soli e, nel loro piccolo, lo applicano a livello municipale. 

In via della Greca è stato votato ieri un atto ad hoc che istituisce la cittadinanza municipale a tutti i bambini, figli di immigrati. Una seduta straordinaria del Consiglio per celebrare la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, realizzata in collaborazione con UNICEF e aperta alla partecipazione dei bambini delle scuole primarie del territorio.

"Abbiamo voluto fare un atto che intervenisse su uno dei diritti, il diritto a essere italiani — ha detto la presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi —. Vogliamo fare delle politiche che servono soprattutto a far capire che se in tutti i Comuni si votasse questo atto, questa proposta di Unicef, si aiuterebbe il governo nazionale".

All'Università La Sapienza invece la cerimonia del II municipio alla quale hanno preso parte circa 350 bambini. Tra questi 135 hanno ricevuto l'attestato di "cittadino onorario", consegnato dal minisindaco Giuseppe Gerace e dall'assessore alla Scuola Alessandra Cattoi.

Plauso del sindaco Marino per l'iniziativa: “Con la cittadinanza onoraria consegnata oggi dal presidente Giuseppe Gerace a 1500 bambini nati in Italia da genitori stranieri del II Municipio, e con l’istituzione dell'attestato di cittadinanza municipale approvata dal I Municipio, Roma celebra la Giornata internazionale per l’Infanzia muovendo i primi importanti passi verso la costruzione di una società che integra e non discrimina. Chi nasce e cresce nel nostro Paese è italiano, ecco perché l’Italia deve fondare la propria comunità sullo ius soli”.

“E’ un’ottima notizia l’approvazione nei Municipi I e II dell’istituzione dell’attestato di cittadinanza municipale per i bambini nati in Italia da cittadini immigrati. E’ un primo passo verso il riconoscimento e l’applicazione dello ‘ius soli’ a quanti nascono nel territorio italiano da genitori stranieri.

Ci faremo promotori di un atto simile in Assemblea capitolina. Roma deve diventare la Capitale dei diritti e dell’accoglienza dei cittadini migranti e da qui deve partire la sensibilizzazione per una legislazione nazionale in materia, a sostegno  del lavoro che sta portando avanti la Ministra Cecile Kyenge “. Lo dichiara in una nota Gianluca Peciola, capogruppo di Sel in Campidoglio.

Ovviamente non manca la polemica. “A Roma abbiamo parchi giochi indecenti, scuole a pezzi, bambini che chiedono l’elemosina ai semafori, liste d’attesa interminabili per accedere a nidi e materne: di questo si dovrebbe occupare Roma Capitale e i Municipi in questa triste giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Abbiamo oramai capito che questo centrosinistra invece di rispettare gli impegni di rappresentanza presi con i romani, ha trasformato questa Amministrazione nel Consiglio delle Nazioni Unite”, così dichiara Augusto Santori, Presidente nazionale di Primavera Nazionale. E non manca neanche chi si è rifiutato di partecipare. 

"Il consiglio del I Municipio ha approvato l'attestato di cittadinanza municipale per i bambini nati da residenti stranieri del centro storico, un provvedimento demagogico per sponsorizzare le posizioni della sinistra in tema di cittadinanza e 'ius soli'. Ricordiamo al centrosinistra che nascere in Italia non significa ottenere di diritto la cittadinanza, anche perché un bambino figlio di genitori stranieri non è detto che, da adulto, tenga maggiormente alla cittadinanza italiana rispetto a quella del paese di cui è originaria la sua famiglia. 

Fratelli d'Italia, che non ha partecipato alla messinscena di questa mattina all'interno del consiglio municipale, considera la cittadinanza un atto d’amore, non un'imposizione ma la condivisione di leggi, cultura, lingua e tradizioni. Suggeriamo semmai al I Municipio, se davvero decidesse di manomettere le norme vigenti sulla cittadinanza, d’introdurre una cerimonia solenne nella quale, solo chi ne fa richiesta e lo desidera, possa diventare veramente e nei tempi congrui e necessari, cittadino italiano dopo l’accertamento dei requisiti previsti. Magari con un giuramento.

Rimaniamo pertanto sconcertati dalle affermazioni dei consiglieri di maggioranza e dalla presidente Alfonsi, completamente estranee alle sue competenze (la materia infatti è nelle deleghe degli Interni) e fuori dalla legislazione della stragrande maggioranza dei Paesi europei". E' quanto dichiara in una nota Stefano Tozzi, capogruppo di Fratelli d'Italia nel I Municipio.

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