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Tor Sapienza Tor Sapienza / Via di Tor Sapienza, 160

Giovanni XXIII occupato, prof contro Blocco Studentesco: "Neofascisti che non rappresentano la nostra comunità"

Lettera dei docenti dell'istituto di Tor Sapienza, seguita da un sit-in di protesta di fronte alla scuola: "Hanno manipolato una minoranza dei nostri alunni". Un occupante: "Qui è diventato un carcere"

Mercoledì 15 dicembre all'alba un gruppo di studenti dell'istituto superiore Giovanni XXIII a Tor Sapienza ha fatto irruzione asserragliandosi all'interno dell'edificio, con il supporto di tre militanti del Blocco Studentesco, costola giovanile dei "fascisti del terzo millennio" di CasaPound. Un'occupazione che, da come emerge nelle ore successive al blitz, è stata sostenuta da una minoranza della comunità studentesca della scuola. 

"Blocco Studentesco non ha rappresentanza nel nostro liceo"

Nella giornata di venerdì 17 dicembre il corpo docenti ha deciso di riunirsi in assemblea straordinaria per dare una risposta concreta e senza equivoci all'azione eterodiretta da "un'associazione d'ispirazione neofascista" come la definiscono i prof. L'assemblea ha prodotto un documento, inviato a Roma Today e un sit-in di protesta di fronte alla scuola durante il pomeriggio, con il quale si prendono le distanze dall'azione di Blocco Studentesco: "Un gruppo che non è espressione del nostro istituto e non rappresenta, in nessun modo - scrivono gli insegnanti - la stragrande maggioranza delle studentesse e degli studenti. Nelle recenti votazioni per eleggere i rappresentanti, infatti, la lista Blocco Studentesco non era presente. Le liste presentate non avevano alcuna forma di collegamento e di contiguità con l'associazione che, con un atto illegale, ha causato la sospensione delle attività didattiche ledendo il dititto all'apprendimento alla aggioranza delle alunne e alunni". 

Gli studenti avevano scelto la settimana di didattica alternativa

Insomma, sembra che gli insegnanti si chiedano: "Chi sono? Cosa vogliono?". L'occupazione promossa dal Blocco, come successo anche al Pirelli, viene vissuta con ancora più insofferenza e disagio rispetto a una protesta interna. "Anche quest’anno, dopo un lungo confronto con le rappresentanze delle studentesse e degli studenti - si legge sempre nella lettera dei prof del Giovanni XXIII - , abbiamo acconsentito che venisse organizzata la settimana dello studente. Il 14 dicembre è stata concessa un’assemblea straordinaria tra i rappresentati d’istituto e i rappresentanti di classe, aperta a tutta la comunità per discutere, organizzare e pianificare i lavori. Al termine dell’assemblea i rappresentanti hanno comunicato che tutti erano concordi nell’avviare la settimana di didattica alternativa. Il 15 dicembre, contravvenendo alla scelta condivisa dalla maggioranza dei nostri alunni, un gruppo esiguo, guidato da Blocco Studentesco, ha occupato il nostro istituto rivendicando l’interruzione del servizio pubblico d’istruzione".

"Dissentiamo totalmente da un atto illecito"

"I docenti tutti - dichiarano uniti - dissentono totalmente da quanto illecitamente è stato fatto da ignoti, esterni alla nostra comunità, che manipolando un gruppo ristretto di nostri alunni e alunne hanno deciso di fare della nostra scuola una terra di conquista inneggiando a pseudo valori che stridono con il Dna dell’istituzione scolastica che da sempre è impegnata a coltivare idee e azioni che si oppongono ad ogni forma di discriminazione di genere, di razza e di religione. Da sempre lavoriamo per favorire lo sviluppo di principi che valorizzino la diversità, la solidarietà, la tolleranza, l’inclusione e il rispetto di tutti i valori che sono radicati nella nostra Costituzione".

Le motivazioni degli occupanti

Dal canto loro, gli occupanti hanno pubblicato una nota sul sito di Blocco Studentesco: "La nostra scuola è diventata un carcere - scrive uno studente del Giovanni XXIII - , raramente ci viene concessa la ricreazione, non si può neanche respirare all’aperto. Quando abbiamo provato ad avanzare delle richieste, come è in nostro diritto, nessuno ci ha aiutato. Ed è per questo che abbiamo occupato. Non ci interessa l’orientamento politico di chi sta lottando al nostro fianco: rivendichiamo quest’azione, sicuramente di fortissimo impatto, come nostra, senza aver paura di rendere noto chi si è schierato dalla nostra parte e condanniamo con sdegno chi tenta di creare una faida a sfondo politico sulle nostre spalle".

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