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Anagrafe, tra vecchie attese e nuovi intoppi al database online: "Dalla sanatoria ai permessi di soggiorno, tanta gente rischia di rimetterci"

La denuncia arriva dal Comitato di quartiere del Quarticciolo: "Troppo tempo per ottenere un certificato". Il Municipio: "Stiamo risolvendo"

Non solo le attese croniche per ottenere un cambio di residenza presso il municipio. Anche l’aggiornamento informatico del sistema anagrafico di Roma Capitale, necessario a far migrare il database capitolino nella nuova Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), ha generato rallentamenti nell’erogazione dei servizi connessi con conseguenti problemi alle persone che ne fanno richiesta. Certificati anagrafici, stati di famiglia, cambi di residenza.

Dopo l'allarme lanciato dagli uffici del XII municipio, una denuncia arriva dal Comitato del Quarticciolo, quartiere di case popolari nel V municipio: “Proprio in queste settimane stiamo ultimando la compilazione delle richieste di regolarizzazione di quanti vivono senza titolo nelle case popolari. Tantissime persone non riescono a ottenere il certificato anagrafico che attesta le residenze registrate negli anni. Un problema serio, dal momento che questo certificato va allegato necessariamente alla domanda qualora il richiedente sia sprovvisto di verbale della polizia locale che attesta la data dell’occupazione o se il richiedente non ha potuto partecipare ai censimenti degli enti proprietari delle case popolari negli anni precedenti”, racconta Alessia del comitato.

“Per ottenere un appuntamento con gli uffici del V municipio, perennemente rallentati da pratiche arretrate, ci possono volere anche diversi mesi e, comunque, i tempi di risposta non sono certi", continua. "Il servizio nelle edicole, invece, dopo l’aggiornamento del sistema anagrafico, funziona a singhiozzo e quotidianamente a molte persone viene chiesto di ripresentarsi nei giorni seguenti per blocco del sistema, anche in questo caso generando notevole incertezza nei tempi. Il termine per la presentazione delle domande di sanatoria scade il 27 febbraio 2021 e ci sono famiglie che non sanno se riusciranno ad avere tutti i documenti per poterla presentare in tempo”. 

L’aggiornamento del sistema è avvenuto a dicembre. Dal 9 al 16 di quel mese il servizio è stato sospeso. Da allora – la denuncia del comitato – non ha più ripreso a funzionare a pieno. “Siamo consapevoli che l’aggiornamento del sistema ha generato dei problemi innescando ritardi ma stiamo lavorando per risolverli e ci auguriamo che accada al più presto”, spiega il presidente del V municipio, Giovanni Boccuzzi, interpellato in merito. Romatoday ha chiesto un riscontro anche all'assessorato al Personale e Anagrafe di Antonio De Santis ma al momento della pubblicazione non ha ancora ottenuto riscontro.

Non solo il rilascio dei certificati. Anche per il perfezionamento delle iscrizioni anagrafiche, come per esempio la richiesta di cambio di residenza, che per legge dovrebbero essere registrate dagli ufficiali pubblici entro i due giorni lavorativi successivi alla presentazione del modulo, passa molto tempo. “Le persone attendono mesi senza sapere quando verranno chiamate dagli uffici del municipio e senza poter avere i relativi certificati”, denuncia ancora il comitato.

In merito ai tempi per le procedure di iscrizione anagrafica il presidente Boccuzzi ha precisato a Romatoday: “Stiamo lavorando per assottigliare l’arretrato. Siamo consapevoli che l’anno scorso ci volevano sei o sette mesi ma recentemente abbiamo ridotto il tempo d’attesa a un paio di mesi (le persone interpellate da Romatoday hanno dichiarato tempi più lunghi, ndr). Ora che il sistema informatico ha generato problemi, dagli uffici mi dicono che siamo risaliti a tre mesi. Preciso però che alcune pratiche richiedono più tempo perché a volte sono compilate male e gli uffici devono effettuare ulteriori verifiche e passaggi con i diretti interessati”. 

Anche i cittadini di origine straniera, molto numerosi in un municipio come il V, hanno avuto problemi. “Il rallentamento nel rilascio dei certificati, per esempio, ha rappresentato un problema per coloro i quali avevano fissato appuntamenti in Questura per rinnovare il permesso di soggiorno”, continua Alessia. “Alcune persone si sono presentate all’appuntamento con la fotografia dello schermo del sistema anagrafico bloccato per dimostrare i motivi per i quali non sono riusciti a ottenere i certificati necessari. Ci chiediamo se il Comune di Roma abbia provveduto a comunicare alle questure di questo rallentamento. A riguardo, ricordiamo che le questure non accettano la residenza fittizia quindi i migranti senza contratto d’affitto regolare o occupanti, quindi impossibilitati a ottenere la residenza, devono pagare una quota d’affitto in appartamenti in cui non vivono per poterla ottenere”. 

Sono le storie a far capire quanto il malfunzionamento degli uffici anagrafici metta in difficoltà la vita di intere famiglie. “Tra le persone che stiamo seguendo c’è un uomo con una grave invalidità polmonare che ha occupato una casa dopo il maggio del 2014 (quando è entrato in vigore l’art.5 del Piano casa dell’ex Governo Renzi, che impedisce di ottenere la residenza a chi è sprovvisto di regolare titolo di abitazione, ndr). Ha chiesto di poter ottenere la residenza fittizia in via Modesta Valenti ad agosto, così da poter avere accesso ai servizi sanitari, ma non gli è ancora stata rilasciata".

Altra storia: "Stiamo dando una mano nella compilazione della domanda di sanatoria anche a una donna che non può uscire di casa perché è agli arresti domiciliari. Abbiamo bisogno della carta di identità dei figli minorenni da allegare alla domanda ma nessuno è in grado di dirci entro quando questi documenti verranno rilasciati. Ha cambiato casa da poco, in seguito a un trasferimento programmato da Ater per poter ristrutturare degli immobili del Quarticciolo, e anche il certificato di residenza è un problema. Per le persone che, per vari motivi, non possono uscire di casa, problemi di questa natura diventano insormontabili se non trovano qualcuno che le aiuta. Non dovrebbe essere così”.

Va precisato che il rallentamento del sistema informatico è andato a inserirsi in un quadro già compromesso per l’esercizio di un diritto che a sua volta apre a tutta una serie di diritti fondamentali come l’accesso alla sanità territoriale, al sistema scolastico o, come accaduto durante la quarantena, ai sostegni economici. Un problema comune in tutta Roma tanto che a dicembre 2020 quindici organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani – da A Buon Diritto alla Caritas di Roma, da ActionAid a Medici Senza Frontiere e Comunità di Sant’Egidio – hanno pubblicato un report dal titolo ‘L’anagrafe respingente. Una fotografia di Roma in emergenza’.

“L’iscrizione anagrafica, e quindi il funzionamento degli uffici dell’anagrafe, è connessa a tutta una serie di temi di rilievo costituzionale”, spiega a Romatoday Francesco Ferri, del ‘Programma migration’ di ActionAid. “Quello che è emerso dal report è che i vari municipi di Roma applicano prassi altamente differenziate. La stessa persone, con le medesime condizioni giuridiche, può ottenere risposte diverse a seconda dell’ufficio in cui presenta la richiesta. Un fatto gravissimo dal punto di vista della certezza del diritto e della tutela delle persone”. Ferri delinea alcuni temi ricorrenti: “Per esempio, la richiesta di documentazione aggiuntiva non prevista dalla norma, come il titolo di possesso o di utilizzo del bene, oppure l’obbligo per i senza fissa dimora di vedersi rilasciare una relazione dei servizi sociali per ottenere la residenza fittizia in via Modesta Valenti. Questo passaggio, oltre a rappresentare un onere aggiuntivo non previsto dalla legge che causa ulteriori lungaggini, viene visto con timore da molte persone”.

E ancora. “Un grosso problema è rappresentato dall’impossibilità di iscrizione anagrafica per coloro che hanno occupato un’abitazione, così come previsto dall’articolo 5 di una legge del 2014. C’è un comma che permetterebbe ai sindaci di derogare a questa legge in casi di presenza di minori o di persone in condizioni di vulnerabilità. A Roma questo non succede, per questo abbiamo chiesto che in questa fase di emergenza sanitaria la deroga venga applicata in maniera diffusa per garantire a tutti pieno accesso ai diritti e una maggiore tutela delle persone e più in generale dell’interesse collettivo”. In conclusione, “in base all’analisi della situazione che esponiamo nel report, possiamo dire che chi vive in condizioni di povertà, informalità e a vario titolo è posto più ai margini della società ha più difficoltà a vedersi riconoscere l’iscrizione anagrafica”. 

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