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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Quarticciolo Alessandrino / Via Ugento, 31

Case Ater di via Ugento, al fianco degli inquilini arriva la street art: "Ristrutturazioni urgenti, basta crepe"

La prima fase sarebbe dovuta iniziare in primavera ma è slittata per il lockdown. Ater: "Partiranno a inizio dicembre". I residenti: "Tra muffa e infiltrazioni, lockdown impossibile"

“Non c’è più tempo. Basta crepe. La quarantena in 20 metri quadrati non si può fare”. Poi il disegno di una frattura in un muro fatiscente attraverso la quale si vedono le mani di una persona che sembra non avere più spazio. Al Quarticciolo la protesta delle famiglie che vivono negli immobili Ater di via Ugento 31, in attesa di importanti lavori di ristrutturazione, da ieri può contare anche sul sostegno di alcuni murales di Hogre e Doublewhy. “La streetart nei quartieri popolari è diventata troppo spesso una patina colorata per coprire l’assenza di interventi strutturali”, hanno spiegato nel corso della conferenza stampa che si è tenuta ieri davanti alle palazzine interessate.

La streetart

“Abbiamo deciso di usare la streetart per portare avanti la battaglia delle famiglie che abitano questi palazzi. Perché ‘rigenerazione’ voglia dire migliore qualità di vita per chi abita i quartieri”. Lo slogan scelto è inequivocabile: “Basta crepe”. Quelle concrete che si vedono sui muri e tra le infiltrazioni dei solai ma anche “nel rapporto tra l’ente e gli inquilini, basta fregature ai danni di chi vive condizioni già particolarmente gravose, basta ritardi”.

La storia

Stiamo parlando delle due palazzine di via Ugento 31 e 37 che già una ventina di anni fa erano state svuotate dall'Ater per effettuare lavori di manutenzione e che sono poi state abitate senza titolo da famiglie in disagio abitativo. Appartamenti molto piccoli, anche solo 27 metri quadrati, dove vivono nuclei di quattro, cinque, sei persone, tra le quali anziani e bambini. Appartamenti con i muri segnati da infiltrazioni di acqua e muffe, con gli scarichi mal funzionanti, i riscaldamenti inesistenti e gli impianti elettrici di fortuna. Qualcuno vive negli scantinati. Nel corso del 2019, dopo una serie di proteste messe in campo dai residenti e dal comitato di quartiere Red Lab Quarticciolo, Ater aveva messo nero su bianco un piano di ristrutturazioni che prevede il trasferimento temporaneo della sessantina di famiglie censite. Il calendario dei lavori ha però subito ritardi.

L'appello dei residenti

“Due anni fa abbiamo costituito un comitato di quartiere e abbiamo aperto con Ater un tavolo perché vogliamo che le palazzine vengano ristrutturate per permetterci di vivere dignitosamente”, hanno scritto i residenti in una lettera inviata all’Ater di Roma. “Vogliamo questo per poter avere una residenza, l’allaccio delle utenze e pagare un affitto secondo le nostre possibilità. In questi mesi abbiamo fatto il necessario per avviare le procedure. A dicembre del 2019 abbiamo partecipato e contribuito attivamente al censimento delle nostre case. Ognuno di noi è andato per uffici, passando sotto la tagliola della burocrazia per avere i documenti necessari. Molti hanno dovuto richiedere la residenza a Via Modesta Valenti perché chi occupa non ha il diritto alla residenza nel proprio domicilio (in base al piano casa del 2014 dell’ex Governo Renzi, ndr)”, continua la lettera.

“Ci avevate promesso che i lavori, almeno quelli esterni sarebbero cominciati a fine settembre. Con pazienza abbiamo aspettato, con pazienza abbiamo passato il lockdown chiusi nelle nostre anguste e malsane case. Ci siamo aiutati tra di noi, abbiamo organizzato le distribuzioni alimentari e ci siamo dati delle regole sanitarie per poter vivere in sicurezza nonostante le condizioni di queste abitazioni. Siamo al 25 ottobre e ad oggi non si è visto ancora nessuno. Nessuno di voi ha varcato la soglia di Quarticciolo. La misura è colma non c’è più tempo. Non possiamo passare un altro inverno, un altro lockdown in queste condizioni”.

Il piano di Ater

Contattato da Romatoday il direttore generale dell’Ater di Roma, Andrea Napoletano, ha fatto sapere che la prima fase dei lavori, in particolare il rifacimento delle coperture per fermare le infiltrazioni, è slittata a causa del lockdown. I cantieri, si legge nel piano presentato alla popolazione il 4 dicembre 2019, sarebbero dovuti iniziare a marzo e finire a giugno 2020. Terminato il lockdown i lavori però non sono partiti.

“Abbiamo deciso di accorpare la fase 1 dei lavori con la fase due che prevede il rifacimento delle facciate e dell’interno degli alloggi”, ha spiegato Napoletano. Questa fase, nella tabella presentata un anno fa, è prevista per inizio dicembre 2020. “Rispetteremo questa scadenza”, ha detto il direttore generale dell'ente. Tra settembre e ottobre 2020 si sarebbero dovuti tenere anche degli incontri presso la sede dell’Ater con i residenti. “Partiranno in settimana”, ha spiegato. Il trasferimento dei primi 14 nuclei è fissato per l’inizio della seconda settimana di novembre. “Rispetteremo questa scadenza. Ricordo che tutte le famiglie verranno trasferite in alloggi vuoti all’interno dello stesso quartiere. Solo i nuclei più grandi, con 7 o 8 persone, finiranno in via Morandi a Tor Sapienza”. Altra precisazione: il piano di alienazione messo in campo dall’Ater di Roma, che riguarda oltre 7500 alloggi, alcuni dei quali al Quarticciolo, “non riguarda questi immobili”. 

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