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Centocelle: mette in vendita un appartamento, ma non è il suo

Protagonista una 30enne romana che era riuscita a raggirare una coppia di coniugi romani, incassando anche gli assegni per per l'atto preliminare di vendita

Ha messo in vendita un appartamento non suo ad un prezzo vantaggioso. Ha attirato l'attenzione di una coppia di coniugi allettati dal prezzo vantaggioso dell'immobile. Ha incassato gli assegni per l'apertura del preliminare di vendita e non contenta ha richiesto altri 700 euro per rimediare ad una presunta truffa. Una truffa perfetta in cui probabilmente sono caduti anche altri acquirenti. Stavolta però alla 30enne è andata male perchè i due coniugi, insospettiti si sono rivolti alla polizia e dopo averla denunciata, hanno contribuito a coglierla con le mani nel sacco.

LA STORIA - La vicenda ha avuto inizio nello scorso mese di aprile, quando G.A., romana 30 anni, ha proposto l'acquisto di un appartamento a Centocelle ad una coppia in cerca di una casa nella zona.
Il prezzo richiesto era molto vantaggioso e pertanto, visionato l'appartamento, convinti di trovarsi davanti ad un vero affare, si sono affrettati a stipulare l'atto preliminare di vendita, consegnando subito alla donna, presentatasi come la proprietaria dell'immobile, due assegni per un importo di 5.000 euro.

ASSEGNI INCASSATI - Gli assegni ricevuti sono stati immediatamente incassati dalla donna che, non contenta dell'obiettivo raggiunto e spinta ad ottenere sempre maggiori guadagni, consegnava ai coniugi della documentazione cartacea, rivelatasi poi falsa, grazie alla quale riusciva ad ottenere altri 4.000 euro.

UNA FINTA TRUFFA - Sempre per ottenere ulteriore contante, la donna ha proseguito nella sua attività, informando i coniugi dell'esistenza a loro carico di una presunta segnalazione per "truffa" presso la banca dati della Banca di Italia ostativa alla transazione, per regolarizzare la quale era necessaria una ulteriore spesa di 700 euro, indispensabile per la cancellazione del pregiudizio.
La pressione fatta dalla donna su tale problema e questa nuova richiesta di danaro ha insospettito i coniugi che a questo punto, effettuando dei semplici accertamenti presso l'Ufficio del catasto e visionato attentamente i documenti in loro possesso, si avvedevano del raggiro di cui erano stati vittime e quindi sporgevano denuncia alla Polizia di Stato.

LE INDAGINI - Sono state avviate subito le indagini dagli Agenti del Commissariato Prenestino, che hanno effettuato dei servizi di appostamento sino a quando, nella giornata di ieri, è avvenuto l'incontro all'interno dell'attività commerciale gestita dai coniugi.
L'incontro della donna con i potenziali acquirenti è stato costantemente monitorato dal personale operante, che in questo modo ha potuto seguire direttamente ogni fase dell'incontro; una volta consegnati i 700 euro richiesti, in precedenza fotocopiati presso il Commissariato, gli agenti sono entrati in azione, bloccando la donna in flagranza.
Indosso a G.A. i poliziotti hanno trovato la somma di danaro ricevuta e varia altra documentazione rivelatasi palesemente falsa. La donna per questo è stata tratta in arresto per truffa.

CONTROLLI - Il controllo è stato quindi esteso all'abitazione di residenza dell'arrestata nonché presso lo studio del padre e della sorella della donna, in quanto dal racconto delle vittime è emerso anche un loro coinvolgimento attivo nella vicenda, che sono stati denunciati in stato di libertà per concorso nel reato.

Le perquisizioni eseguite hanno permesso di rinvenire e sottoporre a sequestro un ingente quantitativo di documenti, apparsi immediatamente molto interessanti sotto il profilo investigativo, per i quali sono in corso accertamenti che non escludono il coinvolgimento dei predetti e di altri nella commissione di reati analoghi.

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