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Parco di Centocelle, altro che restyling: il M5s cancella dal bilancio 2 milioni e mezzo per l'area

Nel maxi emendamento al bilancio di previsione, tra le opere cancellate per mancanza dei "requisiti minimi essenziali della progettazione", anche la musealizzazione delle ville romane

Niente museo delle ville romane nel parco di Centocelle. Con il maxi emendamento al bilancio di previsione 2020-2022 i fondi sono stati stralciati. Si tratta di due milioni e mezzo di euro necessari per la realizzazione di un Centro espositivo per i resti archeologici presenti nel parco, quelli venuti alla luce con una serie di scavi negli anni '90. Un primo importante passo verso la rinascita di un'area martoriata da rifiuti interrati, insediamenti abusivi, autodemolitori, che adesso sfuma, per l'ennesima volta, nel nulla. 

Se ne parla da almeno un decennio di valorizzare i reperti dell'antica Roma in modo da far emergere anche le bellezze archeologiche della periferia. Nel 2015 vennero stanziati 2 milioni di euro di fondi per il cantiere, ma il progetto esecutivo non venne mai presentato e il finanziamento saltò. L'iter sembrava ripartito un anno fa, gennaio 2019, con la gara per l'affidamento del progetto, pari a un importo di 177mila 232 euro. In autunno l'apertura delle buste. Nel frattempo erano state recuperate anche le risorse economiche per la realizzazione finale. Due milioni e mezzo, appunto, ora finiti nell'elenco delle opere definanziate nell'ultima manovra economica a palazzo Senatorio. Circa 500 milioni di euro persi per opere delle quali mancavano "i requisiti minimi essenziali di progettazione", necessari per impegnare i centri di costo. 

"Si va avanti a parole e indietro nei fatti" commenta a RomaToday il consigliere capitolino del Pd Giovanni Zannola. "Siamo di fronte all'ennesima testimonianza di incapacità di questa amministrazione". E tiene bassi i toni seppur a fatica la presidente M5s della commissione Cultura Eleonora Guadagno. Che più volte sul progetto di musealizzazione delle ville del parco ha messo la faccia. Non si contano le commissioni convocate per fare il punto con i cittadini e le promesse elargite con convinzione e determinazione. "Ho già convocato per la prossima settimana in audizione la Soprintendenza, molte opere che ho seguito personalmente erano a un buon livello di progettazione". L'irritazione è palese. Quella della consigliera grillina che nulla sapeva dell'elenco di opere saltate, ma anche quella dei cittadini. Perché oggi il parco di Centocelle vive il suo ennesimo anno zero.

Dal 2017 in attesa della bonifica dai rifiuti interrati presenti nell'ex canalone Mussolini, sul perimetro ovest del polmone verde, mai avvenuta nonostante un'ordinanza della sindaca Raggi che ne stabiliva nero su bianco l'urgenza, siamo arrivati al 2020 con poco o nulla di concreto. Ci sono a bilancio, quelli sì, circa 500mila euro per intervenire con la rimozione degli strati di rifiuti trovati sotto il terreno. Troppo pochi, come ammesso tempo fa dalla stessa prima cittadina che chiese aiuto alla regione Lazio senza ottenere risposte, e ancora da impegnare in un bando di gara. Uno stallo a cui si aggiunge oggi, pesante come un macigno, anche il definanziamento del sogno massimo: un polo turistico culturale nel cuore di Roma est. 
 

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