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L'urlo di Centocelle: “Riaprite il Commissariato di Polizia”

A luglio la chiusura del posto di polizia di via dei Gelsi. In questi due mesi i cittadini hanno protestato per ottenerne la riapertura. Luigi Anastasio presidente del centro commerciale “Insieme”: “Sono disposto a dare gratuitamente un box anche solo per le denunce”

"Sono disposto a dare gratuitamente un box alle Forze di Polizia per adibirlo anche solo ad ufficio per denunce. Se non vogliono riaprire il Commissariato, almeno così potremmo ancora sentire la loro presenza nel nostro territorio". Siamo a Centocelle, storico quartiere della periferia capitolina e chi parla, facendo questa insolita proposta, è Luigi Anastasio, Presidente del Centro Commerciale “Insieme” di via della Primavera, situato a pochi passi proprio da via dei Gelsi, dove si trovava il Commissariato di Polizia chiuso lo scorso luglio.

E’ lui a raccontarci com’è la vita da commerciante in un quartiere di periferia che certo non brilla in termini di sicurezza reale e percepita, come del resto confermato dalla cronaca che parla di furti, rapine e atti di vandalismo.

  Dal giorno della chiusura ufficiale, il 23 luglio scorso, c’è ancora gente che viene qui convinta di poter far denunce
 
“Il centro commerciale che dirigo è stato inaugurato nel settembre 2006”, spiega Anastasio. “Già nei primi mesi di attività abbiamo subito alcuni furti. Per questo, data la scarsa presenza delle Forze dell’Ordine, siamo stati costretti a pagarci di tasca nostra un servizio di vigilanza privata, soprattutto durante le ore notturne. Purtroppo però non è sufficiente: continuiamo a subire vere e proprie devastazioni. L’ultima e anche la più grave risale a qualche mese fa, l’incendio della scala mobile, forse di matrice dolosa costatoci ben16 mila euro di danno, ovviamente pagati da tutti gli operatori.

E non finisce qui. Quasi con rassegnazione infatti il signor Luigi aggiunge: “Alcune aree comuni dei box sono state rovinate. Abbiamo mattonelle del pavimento divelte, muri imbrattati, senza considerare poi le corse di scooter nel parcheggio del Centro Commerciale. Se queste cose succedevano già prima, ora senza la presenza di quel commissariato, la micro-criminalità si sentirà ancora più autorizzata ad agire così”.

  Il posto di Polizia dava molta sicurezza, funzionava da deterrente al verificarsi di reati che invece di calare, continuano a crescere  
E dai commercianti ai semplici cittadini, la musica non cambia. E’ sempre e solo la riapertura del Commissariato quella che a gran voce il quartiere chiede ed invoca, con sit-in, raccolte di firme, manifestazioni “perché la questione”, come dice Luca Bellini, rappresentante del Comitato di Quartiere Centocelle, “non può finire così”.

“Dal giorno della chiusura ufficiale, il 23 luglio scorso, c’è ancora gente che viene qui davanti convinta di poter fare magari una semplice denuncia e rimane sorpresa di trovarlo chiuso. E' vero anche se ormai dal 2002 era diventato solo un Posto di Polizia, dopo essere stato un Commissariato per oltre 50 anni, la sola insegna accesa”, racconta Luca Bellini, “dava molta sicurezza, funzionava da deterrente al verificarsi di reati, rapine, furti, vandalismo, che invece di calare, continuano a crescere, con l’aggravante però che adesso le Forze di Polizia non ci sono più e che anche per fare una denuncia bisogna arrivare al Commissariato Prenestino distante oltre 4 km da qui, questa situazione è assurda”.

Nonostante a pochi giorni dalla chiusura, siano arrivate garanzie da parte dai rappresentanti di Polizia, Comune, Municipio, che il quartiere non sarebbe stato abbandonato, ma anzi proprio grazie all’accorpamento al Commissariato Prenestino, i cittadini avrebbero ottenuto una volante in più in giro per le strade, la tensione e il malcontento restano alti.

“La gente non si sente tranquilla, non bastano le rassicurazioni, quello a cui abbiamo assistito. E' stato un’ arretramento della presenza dello Stato nelle periferie che invece ne hanno più bisogno". "Per questo", annuncia con fermezza Bellini, "abbiamo in programma altre iniziative per mantenere alta l’attenzione e sollecitare le Autorità competenti se non ad un ripensamento, almeno ad una soluzione condivisa”.

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