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Centocelle come il Pigneto: "Lo sfratto di Erminia è il risultato della gentrificazione"

Rinviato lo sfratto dell'ultrasettantenne. In via Parlatore picchetto resistente delle associazioni e di tanti abitanti del quartiere

E' stato rimandato al 7 dicembre lo sfratto di Erminia, ultrasettantenne residente da 58 anni in via Filippo Parlatore a Centocelle. Questa mattina sin dalle 8 i movimenti per il diritto all'abitare, Asia Usb, Sciopero degli Affitti, Potere al Popolo e il collettivo studentesco Osa, oltre a diversi altri inquilini sotto sfratto, si sono ritrovati davanti allo stabile per un presidio allo scopo di impedire l'esecuzione dello sfratto. 

"Questo è il risultato della gentrificazione dei quartieri"

Come spesso accade, la proroga è stata accordata ma la soluzione non è stata trovata: "Erminia ha 72 anni e vive di solo assegno sociale", racconta Fabio Catalano di Asia Usb Roma, "nonostante questo la padrona di casa nel 2013 le chiede il doppio di affitto alla scadenza del contratto. Questo è il risultato della cosiddetta gentrificazione dei quartieri, un fenomeno tramite il quale si cerca di sostituire i residenti originari con persone che abbiano più disponibilità economica. In questa città ci sono dalle 100 alle 250mila case sfitte e il 3% di edilizia pubblica, nonostante ciò chi viene sfrattato rischia ogni volta di finire in strada". Processo di gentrificazione che ha coinvolto ormai da anni già San Lorenzo e il Pigneto, due quartieri, come Centocelle, dalla vocazione popolare, vissuti e molto raccontati da uno come Pasolini, le cui descrizioni però sono ormai un ricordo: catene di franchising, istituti bancari, bistrot e "ristorantini", B&B e interi edifici ristrutturati e messi in vendita o in affitto a prezzi più alti rispetto alla media della zona hanno trasformato - o stanno trasformando sensibilmente - il loro aspetto e le abitudini dei loro abitanti. E i privati ne colgono l'occasione.

Da un alloggio popolare ai residence, porte chiuse per Erminia

Sono state diverse le strade tentate da Erminia per non rimanere senza un tetto sulla testa: dalla domanda per un alloggio popolare, alla richiesta per accedere ai fondi a sostegno della morosità incolpevole, passando per la richiesta di essere collocata in un residence, gli ex Caat (centri di assistenza alloggiativa temporanei): "Nessuna di queste strade è stata accordata dalle istituzioni - continua il sindacato degli inquilini - e le è stato anche tolto l'assegno di 100 euro dai servizi sociali perché ha rifiutato di andare a vivere in un cohousing con altri 5 sconosciuti a Ponte di Nona".  "Il problema dei 4500 sfratti in esecuzione a Roma è serio - prosegue Catalano - e va affrontato con strumenti seri, finanziamenti, altrimenti non si fa politica sulla casa. Aspettiamo Comune e Regione per capire quali provvedimenti prenderanno per fronteggiare l'emergenza". 

"Emergenza frutto della speculazione"

Al picchetto anti-sfratto era presente anche una delegazione di Potere al Popolo: "In una delle città con il più alto tasso di emergenza abitativa si sfrattano anziani e famiglie - le parole di Maria Vittoria Molinari - senza proporre loro soluzioni dignitose. Ad Erminia il Comune ha proposto il co-housing, una modalità abitativa che non permette privacy e riservatezza, che non garantisce una casa nel vero senso del termine. Garantiamo fin d'ora presenza, insieme a tutte le realtà del quartiere, in difesa di Erminia. Non la lasceremo sola a lottare per i suoi diritti". 

"L'urbanistica speculativa funziona a ondate - spiega Stefano Portelli, antropologo e portavoce di 'Sciopero degli Affitti' - ci sono momenti in cui si accumula un potenziale di profitti e momento in cui si scarica, qui siamo in questa seconda fase. Quello che prima era sostanzialmente un mercato libero della proprietà immobiliare, ora è sotto attacco dei grandi fondi speculativi che gradualmente aumentano la pressione sulle città. La signora Erminia, il centro sociale sgomberato perché le Ferrovie dello Stato vogliono farci un palazzo, la donna truffata dal piccolo assegnatario del piano di zona che subaffitta, non sono casi separati ma fanno tutti parte di uno stesso disegno che liberalizza completamente l'accesso alla casa, priva le istituzioni locali di qualunque possibilità di fornire alternative cosicché la pressione aumenti a tal punto che i profitti che prima erano X adesso sono quella cifra moltiplicata per 100. Fino a poco tempo fa le istituzioni riuscivano in qualche modo ad ammortizzare, mettendo le persone nei residence o in case popolari assegnate all'ultimo momento, adesso invece non succede più a meno che non si crei una pressione sociale e mediatica importante. Nel mercato degli affitti privati sta entrando tantissimo questa speculazione e le istituzioni fingono di non avere alternative, al massimo soluzioni di cohousing come per Erminia. Ma questo non è plausibile, i servizi sociali hanno la delega del sindaco alla salute pubblica, devono dare casa alle persone". 

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