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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Post referendum: cosa fa l'Acea a Velletri? Sigilla i contatori alle famiglie in difficoltà

L'acqua continua ad essere un tema caldo per i Castelli Romani. Dopo il referendum l'Acea torna a far parlare di sé sigillando i contatori delle famiglie in difficoltà economica che hanno ricevuto bollette comulative di tre anni

La questione acqua continua a segnare le cronache estive dei Castelli Romani e in particolar modo Velletri, la cittadina dell'acqua all'arsenico. Dopo i risultati referendari tutti aspettano i provvedimenti che possano riportare a una gestione pubblica dell'acqua come bene comune, ma intanto continua la gestione affidata ad Acea Ato 2.

Acea Ato 2 torna a far parlare di sé nella cittadina veliterna per i distacchi delle utenze ai cittadini in difficoltà economica. Un primo caso era già balzato agli onori della cronaca lo scorso mese quando un cittadino, che vantava un credito con l'Acea di quasi mille euro, si era visto staccare l'acqua perché considerato moroso, nonostante l'Acea dovesse restituirgli una bella somma di denaro per un errore nel conteggio dei consumi.

Stessa sorte è toccata ora al signor Francesco C., un cittadino veliterno di quarant'anni che accudisce la madre invalida. Madre e figlio vivono insieme in un piccolo appartamento delle case popolari e per loro l'acqua è necessaria. La donna infatti deve essere lavata più volte al giorno e non può rimanere con i rubinetti a secco neanche poche ore. Nonostante questo, Acea ha sigillato il contatore di questa famiglia di Velletri la scorsa
settimana.

Francesco C. aveva ricevuto una fattura da 1200 euro, dopo tre anni di silenzio da parte del gestore idrico della provincia di Roma. Dal 2007 Acea ha emesso solo quest’unica fattura cumulativa, con una cifra improponibile per una famiglia a basso reddito.

L'Acea non è nuova all'invio di fatture comulative anche se il disciplinare tecnico tecnico allegato alla convenzione di gestione obbliga l'Acea a  inviare fatture almeno ogni sei mesi, a tutela delle persone più disagiate, nonostante ciò il signor Francesco è stato considerato moroso.

"Questo caso non è isolato - spiega il comitato Acqua pubblica di Velletri - Sono centinaia le famiglie di Velletri e dei Castelli Romani che si trovano nell’impossibilità di pagare la fornitura dell’acqua potabile, e che ora rischiano di vedersi sigillare il contatore. L’organizzazione mondiale della sanità ha stabilito già da anni che tutte le persone hanno diritto ad almeno 50 litri di acqua al giorno, soglia minima vitale".

"Il distacco dell’utenza idrica, quando i cittadini si trovano in una situazione di difficoltà economica – continua il Comitato - è un’evidente violazione di questo principio. Il tribunale di Latina già diversi anni fa aveva stabilito che la clausola contrattuale relativa alla sospensione della fornitura per morosità è vessatoria. In quel caso l’ordinanza del giudice si riferiva ad Acqualatina, ma è chiaro che questo principio debba valere per tutti i cittadini, tanto che è stato richiamato dall’ufficio del garante regionale delle risorse idriche della regione Lazio in una comunicazione inviata ad Acea lo scorso anno".

Il comitato acqua pubblica di Velletri si appella al Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti che è anche presidente dell'autorità d'Ambito per chiedere all'Acea di sospendere il sigillo dei contatori: "Chiediamo quindi che il presidente dell’Autorità d’Ambito Nicola Zingaretti si attivi immediatamente chiedendo la sospensione dei distacchi nella provincia di Roma. Serve anche un atto di responsabilità da parte dei sindaci, che, soprattutto dopo i 27 milioni di Si all’acqua pubblica ,devono decidere da che parte stare".

E il Comune di Velletri? Secondo il Comitato dovrebbe essere applicata la mozione d'indirizzo approvata lo scorso anno che invita a una modifica dei regolamenti di utenza: Il sindaco di Velletri si limita a chiamare il gestore caso per caso cercando di elemosinare piani di pagamento insostenibili. Eppure il consiglio comunale aveva votato un anno fa una mozione d’indirizzo,  promossa dal Comitato acqua pubblica, che obbligava la giunta a chiedere la revisione del regolamento di utenza, vincolando l’eventuale distacco per morosità ad una decisione di una parte terza (ad esempio il giudice di pace). Nonostante questo l’amministrazione comunale di Velletri non ha mai chiesto che questo tema fosse discusso in Assemblea dei Sindaci".

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