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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Velletri: i lavoratori del San Raffaele si incatenano

I lavoratori del San Raffaele da ieri mattina all'alba sono incatenati ai cancelli della clinica veliterna per difendere il loro posto di lavoro, ma anche il diritto alla salute dei pazienti ricoverati nella clinica dei fratelli Angelucci

Difendere il proprio posto di lavoro e il diritto alla salute dei pazienti ricoverati nella clinica San Raffaele di Velletri., del gruppo Angelucci, che verrà chiusa come stabilito dal piano di riordino regionali. Così ieri mattina alle 5.30 uno dei dipendenti il signor Bruno con il suoi colleghi si è incatenato al cancello di ingresso della Casa di Cura, minacciando lo sciopero della fame.

Vogliono risposte concrete, vogliono incontrare la governatrice Polverini chiedere perché altre strutture sanitarie sia pubbliche che private seppure senza agibilità, con deficit più gravi vengono tutelate e una delle cliniche di eccellezza della provincia di Roma che ospita per lo più malati terminali e gravi debba essere chiusa.

"Rimarremo incatenati davanti all'ingresso della clinica finché la Regione non riconsidererà la decisione di chiudere questa clinica. Io e un altro dipendente siamo anche in sciopero della fame da stamattina perchè questa situazione è ingiusta - dice Carlo uno dei 250 dipendeni della clinica -Ci appelliamo a tutte le autorità competenti - aggiunge - perchè questa struttura non deve chiudere. L'Asl RmH ha riscontrato abusi edilizi, che tra l'altro sembrerebbero superabili, ma non c'è stata trasparenza degli atti. Inoltre finora non è stato attivato il San Raffaele di Montecompatri quindi saremo spostati in cliniche lontane come Cassino. Chiediamo trasparenza perchè chi rischia siamo noi lavoratori, che potremmo essere licenziati in massa o trasferiti in strutture lontanissime, e i cittadini che hanno già pagato i tagli dei posti letto previsti dal Piano di Rientro".

Il senatore Stefano De Lillo del PdL ha presentato un'interrogazione per chiedere ai ministri Fazio e Sacconi di "adoperarsi per quanto di loro competenza per il rispetto dell'accordo raggiunto tra la Regione Lazio e la società San Raffaele che prevede lo spostamento di pazienti ed operatori di Velletri alla casa di cura di Montecompatri".

"Bisogna dare - spiega - una soluzione definitiva e soddisfacente al duplice problema del mantenimento dei livelli occupazionali e della garanzia della continuità assistenziale. Per farlo occorre far sì che l'accordo sia rispettato perché sta crescendo la preoccupazione dei lavoratori della struttura di Velletri che vedono avvicinarsi la chiusura della stessa senza che i posti letto siano assegnati a quella di Montecompatri. La preoccupazione è doppia: sia per l'esubero di 400 operatori che preoccupa sul piano occupazionale che per il deficit di assistenza sanitaria che si verrà a creare sul territorio".

Anche il Comitato per la Difesa del San Raffaele chiede un urgente intervento risolutivo alla Presidente Polverini: "E’ intollerabile che quanto sancito con il Decreto Commissariale 62 del 27 luglio 2011, firmato dalla Presidente, venga disatteso. Troviamo inspiegabile il ritardo con il quale la ASL RMH sta procedendo con i controlli necessari al rilascio del nullaosta per l'avvio delle attività sanitarie presso la struttura S. Raffaele Montecompatri, in netto contrasto con il previsto termine di 20 giorni dall'emanazione del Decreto Commissariale n.62/2011, decreto che ha recepito l'accordo raggiunto tra la Regione Lazio e la San Raffaele SpA la cui applicazione garantiva la salvaguardia dei livelli occupazionali ed assistenziali. Ogni giorno di ritardo spinge sempre più verso la disoccupazione oltre 400 operatori e verso la disperazione le loro famiglie, spesso monoreddito".

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