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Gian Marco Tognazzi: "Una Supercazzola contro la depressione culturale dei Castelli Romani"

E' un fiume in piena l'attore Gian Marco Tognazzi che presentando i suoi vini ad Albano racconta il suo impegno per il rilancio culturale dei Castelli Romani: "Abbiamo troppe potenzialità inespresse"

"Tarapia Tapioco Come se fosse Antani" è il nonsense più famoso del cinema italiano, una supercazzola per dirla alla Ugo Tognazzi. E se fosse proprio una supercazzola a rilanciare i Castelli Romani come centro attrattivo culturale e turistico alternativo a Roma nel Lazio?

Ne è convinto Gian Marco Tognazzi, figlio di Ugo, che presentando la sua produzione di vini che traggono i loro nomi proprio dallo scioglilingua della supercazzola (Tapioco per il bianco, Antani e Come se fosse per i rossi) ha lanciato un monito nei confronti di quella che lui definisce"la depressione culturale dei Castelli Romani". 

"Mio padre si innamorò di Velletri e delle campagne di Colle Ottone- racconta con trasporto Gian Marco davanti al pubblico intervenuto all'evento all'enoteca Iovino ad Albano - non solo lui fu colpito da questi territori. Ai suoi tempi c'era Vittorio Gassman a Monte Artemisio, nella casa che fu in ultimo di Gian Maria Volonté vi visse Anna Magnani, Alberto Sordi aveva dei terreni nella zona dei Landi, Anthony Quinn abitava a Cecchina".

"Non utilizzare tutta questa ricchezza culturale che ci hanno lasciato i grandi del cinema sul nostro territorio è un comportamento autolesionistico. I Castelli Romani hanno grandi potenzialità inespresse. Sul territorio si può fare tantissimo dal punto di visto paesaggistico, enogastronomico, naturale e culturale, abbiamo tutte le carte in regola per diventare un punto di riferimento per questa regione in alternativa a Roma, ma ci vuole la volontà altrimenti restiamo un paese fermo".

"Faccio un esempio - ci racconta Gian Marco a margine dell'evento dello scorso giovedì 21 gennaio di Albano - a pochi anni dalla morte di mio padre a Velletri mi diedero tre alternative per intitolare una strada a Ugo. Scelsi l'area meno bella, che era la piazza di fronte all'ex mattatoio, perché lì doveva sorgere un centro culturale e mi sembrava il luogo più adatto per dedicare una piazza a papà. Dopo 25 anni quel progetto non è stato realizzato". 

Gian Marco Tognazzi con la sua azienda agricola, La Tognazza, ha ripreso quella che era la tradizione culinaria ed enogastronomica di suo padre e partendo dalla produzione vinicola il suo obiettivo è quello di aprirsi alla cultura del territorio per la sua valorizzazione.

"Dopo anni di declino il vino dei Castelli Romani sta acquistando punti di eccellenza e di grande qualità grazie al lavoro di piccoli produttori che si sono messi in gioco. L'enogastronomia, i paesaggi e la cultura sono il nostro futuro e per questo partendo dai vini e rendendo omaggio al cinema di mio padre verrà presto aperta un'associazione culturale che porterà il suo nome".

"La nostra casa di Velletri non rappresenta solo la convivialità dei tempi in cui mio padre incontrava i grandi del cinema da Monicelli, a Ettore Scola a Benvenuti, ma rappresenta la storia del cinema italiano. Le attività culturali che proporremo non saranno solo legate a mio padre e al suo cinema, ma avranno come obiettivo il rilancio del patrimonio culturale ed enogastronomico dei Castelli Romani". 

Oltre al vino una storia da raccontare- Albano 21 gennaio 2016

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