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Velletri Velletri / Piazza Giuseppe Garibaldi

Fidejussione di 14 milioni di euro? Per la Corte dei conti è in frode alla legge

L'ex giunta di Velletri guidata da Bruno Cesaroni aveva contratto nel 2004 una fidejussione di 14milioni di euro per finanziare le spese correnti. Per la Corte dei Conti è stato violato l'articolo 119 della costituzione

La Corte dei Conti con la sentenza numero 473 del 2011 ha condannato l'ex amministrazione comunale di Velletri guidata da Bruno Cesaroni al pagamento delle sanzioni previste per la violazione dell'articolo 119 della Costituzione in materia di indebitamento degli enti locali per il pagamento delle spese correnti.

Nel 2004 il Comune di Velletri non poteva far fronte ai pagamenti di diversi debiti e obbligazioni a causa di  un grave deficit finanziario derivato dalla mancata riscossione di crediti verso soggetti privati e pubblici.

Cosa fece allora l'amministrazione Cesaroni? Nell’impossibilità di indebitarsi per pagare le spese correnti perché vietato dall'articolo 119 della Costituzione e dalla normativa in materia finanziaria aveva autorizzato l’Azienda Speciale Velletri a richiedere un’apertura di credito alla Banca di Credito Cooperativo, per 14 milioni di euro.

Ottenuto il credito, previa fideiussione, il Comune si era fatto trasferire nelle proprie casse il finanziamento, con l’intento di restituirlo attraverso gli introiti dei crediti, a quel momento non riscossi, ceduti dal Comune all’Azienda.

L'operazione finanziaria era stata autorizzata con la delibera di giunta numero 364 del 20 dicembre 2004, con la quale l’Azienda Speciale Velletri era stata autorizzata a richiedere un finanziamento, mediante un’apertura di credito pari a 14 milioni di euro.

Erano seguiti contatti tra l’assessore al Bilancio e la Banca di Credito Cooperativo di Roma e,  previe successive delibere del Consiglio di Amministrazione, l’Azienda deliberò di richiedere “per conto del Comune” il descritto finanziamento, dando mandato al Direttore Generale di compiere i conseguenti atti.

Nel frattempo, con altra delibera del Consiglio Comunale del 24 dicembre 2004, era stata deliberata una fidejussione nell’interesse dell’Azienda e il 29 dicembre successivo l’Azienda aveva stipulato con il Comune una convenzione per la gestione di recupero coattivo dei crediti comunali.

La Procura di Velletri ha aperto un'inchiesta ritenendo che la manovra finanziaria posta in essere fosse stata compiuta in violazione della normativa in materia finanziaria.

La Corte dei Conti si è espressa chiaramente affermando che da parte dell'amministrazione comunale guidata da Bruno Cesaroni e dai vertici dell'azienda comunale: " Non vi può essere dubbio alcuno che tutti abbiano avuto la consapevolezza che l’operazione finanziaria che si voleva concludere aveva l’unico scopo di consentire al Comune di disporre di una consistente somma di denaro da destinare, esclusivamente ed immediatamente, alla copertura di spese correnti" e che "ci troviamo quindi di fronte alla distorsione di uno strumento finanziario, finalizzata all’aggiramento di un chiaro divieto posto dal legislatore. Non vi è dubbio, quindi, che si tratti di un’operazione di indebitamento vietata dalla legge" e ha condannato i componenti della passata amministrazione veliterna al pagamento di risarcimento secondo quanto previsto dalla normativa della legge 289 del 2002 in merito ai limiti posti dall'articolo 119 della Costituzione.
 

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