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Marino Marino / Via Appia Antica

Marino: uno scrigno segreto per l’archeologia

L'archeologo marinese Marco Cavacchioli a seguito della notizia di alcuni ritrovamenti archeologici a Marino ha fatto un punto della situazione sulla ricchezza archeologica della Città del Vino

La notizia di alcuni ritrovamenti archeologici durante i lavori per l’apertura di un noto fast food lungo la via Appia nel territorio di Marino, ha riacceso i riflettori sulla ricchezza archeologica del territorio marinese, unico comune dei Castelli Romani a far parte di tre parchi quello dei Castelli Romani, quello dell’Appia Antica e quelle archeologico della Via Appia di recente costituzione.

L’archeologo marinese Marco Cavacchioli ha voluto, in un lungo articolo inviato alla stampa locale, fare un punto della situazione sullo stato dell’archeologia a Marino che secondo gli ultimi dati diffusi dalla Provincia di Roma nel 2010 vanta ben 204 presenze archeologiche, a cui si aggiungono i diversi ritrovamenti a seguito di diversi lavori negli ultimi sei anni.

“Territorio con presenze archeologiche, architettoniche e artistiche uniche al mondo – spiega l’archeologo - sia nel centro storico, che  nelle frazioni, come il Mitreo (ancora chiuso) con la rappresentazione del ciclo del Dio Mitra, considerato da tutti gli studiosi la più importante raffigurazione al mondo del ciclo mitraico, la città sepolta di Bovillae nella frazione di Frattocchie, con la sua area archeologica centrale (in una proprietà privata) con i resti dei carceres (stalli dipartenza dei cavalli) del circo, uniche strutture architettoniche di un circo romano superstiti in tutto l’Impero Romano, la Via Appia Antica, regina viarum che attraversa la più popolosa delle frazioni, Santa Maria delle Mole”.

“E non dimentichiamo anche tutte le testimonianze storiche del Medioevo e del Barocco e le immense risorse naturali (oltre ai parchi suddetti), come il Barco Colonna e il Bosco Ferentano, le Cave di Peperino sfruttate sin dall’epoca romana che costituisco uno dei più spettacolari monumenti dell’opera umana, mai valorizzate come meritano”.

Spesso la ricchezza archeologica e storica di Marino è ignota ai turisti, ma anche per chi ci vive: “La lista sembra infinita, in un territorio che merita di essere amato e soprattutto rispettato, preservandolo, tutelandolo, e attuando tutte le misure necessarie tese ad una valorizzazione che possa ingenerare un’offerta turistica obiettiva e degna dei tesori che custodisce. Un territorio, che merita di essere apprezzato, scoperto dai turisti quanto riscoperto dalle persone che ci vivono.
Un territorio, la cui impronta storico-artistica, deve essere diffusa, ad appassionati e specialisti  attraverso uno studio ed un racconto che tenga sempre la barra dritta in direzione dell’etica, della professionalità, e dell’onesta intellettuale”.

Marco Cavacchioli spiega anche quali siano i reperti che sono stati rinvenuti negli scorsi mesi per le opere di urbanizzazione del Mc Donald’s: nell’area conosciuta come ex Staff è stata ritrovata una strada romana perfettamente conservata con alcuni muri di contenimento. Diverse le ipotesi sulla natura del tratto stradale ancora senza conferme, da strada di collegamento tra l’antica Castrimoenium (Marino) e le ville di Bovillae a un possibile tratto della mitica via Francigena che però se esistite avrebbe origini medievali e non romane come il tratto stradale rinvenuto. 

“Nel nostro territorio fu proprio l’Appia Antica l’asse preferenziale di cammino e di pellegrinaggio tra Roma e il Sud, almeno fino al XIII secolo, fino a quando pian piano un tracciato alternativo da Roma passante per Marino, diverrà definitivo nei secoli XVI e XVII con il nome di Strada Postale, con itinerario Roma-Marino-Velletri, e alternativo all’Appia Antica come direttrice verso Sud”, spiega Marco Cavacchioli.

La presenza di alcuni pellegrini che attraversano la Via Appia Antica è stata suffragata da alcuni ritrovamenti recenti: “Nel 2008 durante alcuni lavori commissionati dal Comune di Marino per la posa di una conduttura fognaria in zona Monte Crescenzio, la Soprintendenza ha rinvenuto una serie di strutture di epoca romana, e al di sopra dello strato di abbandono di uno di tali ambienti è stata scoperta una sepoltura medievale di un uomo con un gruzzolo composto da 15 monete riconducibili al primo periodo feudale della Francia capetingia (X-XI sec.). La prima ipotesi è che questa sepoltura possa essere messa in relazione ad una chiesetta di S. Angelo attestata dalle fonti ecclesiastiche fino al X secolo e che il possesso da parte della salma di monete francesi e la totale assenza di monete italiane ci conduce verso l’identità del viaggiatore proveniente dalla Francia, che con tutta probabilità si tratta di un pellegrino – spiega Cavacchioli - Possiamo affermare che, se questo era un pellegrino diretto verso sud o verso la Terrasanta, sicuramente sapeva dove passare perché nel X-XI sec. (arco temporale nel quale è morto il pellegrino) era ancora attiva come direttrice di cammino e di pellegrinaggio verso sud la stessa Appia Antica, che correva a 700 metri dalla tomba del pellegrino”.

Per conoscere un territorio ricco di storia come quello di Marino è necessario uno studio approfondito e cura nel incasellare gli eventi storici per non fornire false informazioni, è questo il messaggio finale dell’archeologo Marco Cavacchioli: “L’archeologia come la storia sono discipline rigorose, soprattutto nella metodologia di studio, nella comprensione delle fonti bibliografiche, archivistiche e materiali (stratigrafia archeologica, reperti, ecc.) e necessitino nel loro percorso di ricerca di una grande onestà intellettuale di fondo, perché entrambe perseguono il fine nobilissimo della ricostruzione della cultura materiale antica la prima, e dei fatti storici la seconda, in sostanza la nostra impronta nella Storia”.
 

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