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Ariccia Ariccia / Piazza Giuseppe Mazzini

Alessio Boni incanta Ariccia con “Caravaggio. Nero D’Avorio”

Alessio Boni ha portato in scena sabato scorso sul palcoscenico di Fantastiche Visioni lo spettacolo "Caravaggio. Nero D'Avorio": piazza gremita e successo di pubblico totalmente incantato dall'attore e da Michelangelo Merisi

Una sera d’estate di quelle fredde dei Castelli dove sembra di stare in autunno più che in pieno luglio e una piazza gremita, più di 800 spettatori, e un silenzio ovattato e concentrato: tutti per ascoltare la suggestiva voce di Alessio Boni che sul palcoscenico di Fantastiche Visioni ha portato Nero D’avorio Caravaggio, un mix si musica, immagini e testi sulla vita del grande pittore barocco Michelangelo Merisi, i suoi tormenti e la sua carriera pittorica.

Alessio Boni è rimasto colpito dall’attenzione che la piazza ariccina ha rivolto al suo spettacolo, uno spettacolo di ascolto e di attenzione dove le parole sono le protagoniste: “Mi stupisce sempre perché si pensa che le piccole realtà abbiano meno conoscenza e meno saperi e invece poi ti spiazzano: c’è stato un silenzio bellissimo, la gente ha apprezzato questo testo che non è tra i più semplici, parla di pittura, di introspezione di un personaggio come Michelangelo Merisi tutto il suo percorso, le sue strategie, la sua dicotomia tra manierismo della Chiesa e le sue sacre scritture che conosceva benissimo. Un testo abbastanza profondo di cultura.  Persone anche tranquille e serene che mi hanno salutato sono state toccate, hanno capito e carpito la poeticità, hanno conosciuto Caravaggio e il suo percorso. E’ una cosa che mi fa molto piacere”.

Alessio Boni da attore riconosce la forza della cultura che ha lo stesso fascino sia se si reciti in una piccola realtà come Ariccia che nei grandi teatri: “Si parte sempre un po’ ‘prevenuti’ pensando che il piccolo centro, paese o teatro di cento anime abbia meno conoscenza e invece la cultura è come l’acqua e può arrivare ovunque perché un libro, per esempio, lo puoi comprare ovunque come ad Ariccia come a New York allo stesso modo: questa la grandiosità della letteratura e della musica, del cinema e quant’altro. Io mi predispongo per recitare anche nelle piccole realtà come faccio al teatro piccolo di Milano o al teatro Argentina di Roma: non si può dire che qua ad Ariccia faccio di meno, sarebbe assurdo perché le persone di Ariccia sono importanti come quelli di Roma e Milano. Il pubblico non differisce perché viene, vuole sentire e vuole emozionarsi. Non faccio differenza, mi fa piacere e mi stupisco sempre perché pensi di arrivare in una piazza, come quella di Ariccia, dove invece si crea il silenzio, si ovatta e si entra dentro l’atmosfera: questo è quello che mi aggrada di più della piccola provincia che è meno ‘snob’ della grande città, ma per quanto mi riguarda non cambia nulla. Le energie e la volontà che metto dentro nel testo sono le stesse”.

Alessio Boni, che tutti ricordano come attore cinematografico in  grandi film come “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana e “La Bestia nel cuore” di Cristina Comencini ha interpretato davanti alla macchina da presa proprio Michelangelo Merisi, il Caravaggio. Che differenza c’è nel dare volto a voce a un grande personaggio storico nelle versione cinematografica e invece su un palcoscenico teatrale?

L’attore è convinto che l’esperienza teatrale crei un rapporto più profondo con il pubblico: “La rappresentazione teatrale ti offre molte più sensazioni: devi lavorare con la voce e provare con i musicisti. Mente al cinema hai un regista, ti butti dentro e la scena dura al massimo un minuto e mezzo quindi è tutta una questione visiva con la macchina da presa, con il regista che ti controlla e le scene puoi rifarle tante volte”.

“Nel teatro devi provare provare – continua Boni- ti ci devi buttare dentro.  Hai davanti il pubblico e se sbagli son problemi. La rappresentazione cinematografica di Caravaggio ti aiuta molto: c’è il trucco, ti scuriscono i capelli, ti mettono le lentine scure, la barba ed entri dentro gli abiti del 1600 con la sciabola, con il cavallo ti senti già dentro il personaggio. A teatro la cosa è più tosta: hai i vestiti civili e devi impossessarti dell’anima far capire con i modi e la parola la vita che aveva Caravaggio: credo che la performance teatrale sia più difficile e intensa, quella cinematografica ci sono tre mesi per poterla fare invece qui hai un’ora e mezza per parlare di tutto e buttartici dentro a capofitto”.

 “Io vengo dal teatro ed è la mia passione e mi affascina in tutte le sue forme”, ha concluso Alessio Boni.

Alessio Boni ad Ariccia con Nero Caravaggio


 

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