Vino Doc Roma: un rivale per i vini dei Castelli Romani?

Da inizio di questa settimana gli appassionati di enologia potranno contare nel Lazio un nuovo marchio Doc. E' infatti ufficialmente nata "la Doc Roma", il cui decreto di ufficializzazione è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale lo scorso 22 agosto.

La nuova denominazione di origine controllata a differenza di altri prestigiosi vini laziali non nasce partendo da un vino di qualità che si intende tutelare, ma ha degli scopi puramente commerciali e di marketing come dichiarato dall'assessore regionale alle politiche agricole Birindelli: "Il futuro del vino del Lazio, così come per tutta la produzione enologica nazionale, si gioca all’estero. Il calo del consumo nazionale ed europeo è costante da molti anni. È fondamentale intercettare subito i consumatori dei nuovi mercati extraeuropei emergenti, soprattutto quelli orientali. Per essere competitivi su questi mercati bisogna proporre vini peculiari, legati al territorio, dal giusto rapporto qualità/prezzo. Caratteristiche proprie dei vini del Lazio".

"La nuova Doc ‘Roma’, in questo senso può essere una grande occasione per rilanciare l’immagine del comparto enologico laziale, soprattutto all’estero - ha aggiunto l'assessore -Solo se consideriamo il potere evocativo che ha la città di Roma nel mondo, conclude l’assessore, ci rendiamo facilmente conto delle opportunità commerciali che una denominazione ‘Roma’ può garantire alle nostre aziende sui mercati internazionali. Il brand ‘Roma’ può offrire ai consumatori stranieri un riconoscimento territoriale chiaro e facilmente identificabile. Il nostro intento è quello di promuovere, attraverso questa denominazione, la qualità e la tipicità dei vini del Lazio e aprire per tutti i vini regionali nuovi canali commerciali sui mercati extraeuropei”.

A conferma della strategia puramente commerciale che nulla ha a che fare con l'eccellenza dell'enologia italiana sta il fatto che ancora non è stato creato l'ente a cui i produttori possono richiedere l'utilizzo del marchio, ruolo che potrebbe competere all'Arsial.

E i famosi vini dei Castelli Romani? Quelli usati dagli chef nella preparazione delle pietanze.Quelli della canzoni popolari. Ve la ricorderete tutti la nota stornellata "La società dei magnaccioni" in cui si dice che è meglio "il vino de li Castelli che de 'sta zozza società". Ecco che fine faranno?

Il Frascati Superiore, il Cannellino di Frascati, i Colli lanuvini, il Marino che già negli ultimi anni hanno vissuto una difficile crisi economica e che solo negli ultimi mesi stanno cercando di ritirare la china, soprattutto in vista della vendemmia che si prospetta di "qualità eccezionale" come annunciato nell'assemblea dei produttori di uve Frascati tenutasi lunedì scorso.

Proprio dal Comune di Frascati e dal Consorzio Frascati Doc non arrivano commenti a questa nuova denominazioni DOC per un vino quello Roma che ancora non ha una sua filiera di produzione.

C'è chi come il sindaco di Monte Porzio Catone Luciano Gori prospetta una maggiore confusione nel settore enologico laziale con questo nuovo marchio. Proprio Monte Porzio Catone vanta una tradizione enologica di eccellenza: due aziende vinicole locali, Casal Pilozzo e Poggio le Volpi, saranno premiate  tra i TOP HUNDRED 2011, ovvero tra i 100 migliori vini italiani di Papillon.

Nello specifico i vini premiati saranno “Malvasia” 2007 di Casal Pilozzo e “Epos” 2010 di Poggio le Volpi. Il “Malvasia” è un IGT prodotto con monovitigno di malvasia del Lazio, è il frutto di una sperimentazione alla riscoperta dei vitigni autoctoni intrapresa diversi anni fa da Antonio Pulcini, l’ “Epos” è un DOC appartenente al “Frascati Superiore” e ne segue il protocollo stabilito dal Consorzio di Tutela Denominazione, con un ottimo lavoro svolto nelle vigne e nella cantina di Felice Mergè.