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Gli ambientalisti dei Castelli Romani: "Il commissario del Parco si dimetta!"

Diverse associazioni dei Castelli Romani hanno chiesto congiuntamente le dimissioni del commissario del Parco dei Castelli Romani Matteo Orciuoli: la richiesta di riduzione dei confini del parco tra le ragioni della richiesta

Una richiesta unanime arrivata dalle associazioni ambientaliste dei Castelli Romani che alcuni giorni fa hanno richiesto pubblicamente le dimissioni del commissario straodinario del Parco dei Castelli Romani, Matteo Orciuoli, in carica da due anni. Proprio in questi due anni di mandato, secondo gli ambientalisti, si sono avuti risultati fallimentari che vanno dalla cancellazioni di diverse attività promozionali alla rinuncia di finanziamenti regionali ed europei.

A pesare sulla richiesta di dimissioni soprattutto l'affermazioni del commissario Orciuoli, più volte manifestata pubblicamente, di procedere a una riduzione dei confini del parco, idea che apre alle porte alla cementificazione delle aree ora sottoposte a vincolo ambientale e paesaggistico: "Chiediamo quindi le dimissioni del Commissario straordinario del Parco e l’insediamento di una amministrazione ordinaria che inizi a far decollare finalmente le attività sia di difesa del territorio sia di promozione di una economia sostenibile per i Castelli Romani" dicono le associazioni in cui fanno parte le seguenti sigle Comitato per il Parco dei Castelli Romani – Italia Nostra – Centro Studi Storico Archeologici “Oreste Nardini” – Ass. Cult. Lanuvio “Pane e le Rose” – La Spinosa Velletri – Velletri a 5 Stelle – Ass. cult. Albano “Luigi Sabatini” – EcoIstituto dei Castelli Romani – Greeneconomy Castelli Romani – EcoCooperative – EcoCastelli.it – Gruppo 5 terre – Fiori Gialli – EcoHub Castelli Romani – Movimento Pichiorosso – Blog Picchio Verde Viridis – “il Riccio” onlus – Mir Castelli Romani - Ass. La Fonte - SPQG.

I finanziamenti non ottenuti dal Parco potevano sicuramente essere impiegati per iniziative di tutela ambientale: la selvicoltura del castagno per debellare i parassiti che uccidono le piante, difesa di fauna e  flora in particolare di lupi o poiane e le varie essenze vegetali, promozione del turismo  sostenibile, tutela dei laghi e stop alla costruzione di edifici abusivi.

Purtroppo l'urbanizzazione massiccia mette in pericolo aree di pregio della zona: "Altri habitat naturalistici sono in pericolo come le famose Piagge di Nemi e il Vallone tempesta, il Monte Artemisio, il Bosco del Cerquone, i campi di Annibale, gli scopiglieti dei pratoni del Vivaro, il lago Albano e quello di Nemi. Tutto questo patrimonio è inserito nel perimetro del Parco Regionale dei Castelli Romani e in questi anni solo la legge istitutiva del Parco e la sua perimetrazione ha impedito la cementificazione del cuore verde dei Castelli Romani, dove sono ancora presenti animali e piante preziose che, con il loro ciclo vitale, difendono il suolo e le falde idriche così provate dallo sfruttamento dell’ambiente. Nel territorio del Parco vivono ancora lupi, poiane e altri importanti animali oltre a una flora con una biodiversità pari ad un quinto di quella nazionale", cercano di chiarire gli ambientalisti.

 

 

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