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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Comuni e comunità montane in Regione contro la chiusura

E' previsto oggi presso la Pisana un tavolo di confronto tra piccoli comuni, comunità montane e Regione per discutere sulla chiusura di questi enti che, come dicono dalla comunità montana dei Castelli Romani, "priva il terriorio di un sostegno importante"

Grande mobilitazione oggi  per i piccoli Comuni e gli Enti Montani del Lazio, convocati  in Regione per un lungo incontro con dibattito e tavola rotonda, dal titolo "Il futuro dei Piccoli Comuni, delle Comunità Montane e delle Unioni di Comuni", che si terrà  in via della Pisana, presso la sede del Consiglio regionale. L'iniziativa è organizzata dalla Fondazione regionale RE.SE.T in collaborazione con l'ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani - e l'UNCEM - Unione nazionale Comunità ed Enti Montani.

La tavola rotonda, partecipata da onorevoli regionali, presidenti di Comunità Montane e di Unioni di Comuni e altre Autorità, intende entrare a testa bassa su un problema aperto come una piaga, che affligge i piccoli enti del Lazio sulla sorte che li attende e che pende sulla testa dei lavoratori, in attesa di un atto politico chiaro e definitivo sulla chiusura o meno di tali enti, in ballo ormai dal 2007.

Da allora,  infatti, la questione dell'abolizione dei piccoli enti locali e montani, ritenuti  inutili dal Governo, è passata di mano in mano fino alle Regioni, senza trovare una attenzione seria in merito da parte delle Istituzioni preposte. Intanto, il Governo nell'ultima finanziaria, ha tagliato di netto le risorse, affidando di fatto la sopravvivenza di questi Enti ai residui di bilancio e alle capacità di outsourcing, ovvero di ricerca fondi in esterno attraverso la partecipazione ai bandi.

 "Questo lo facciamo da tempo e con successo, - garantisce il Presidente Giuseppe de Righi della XI Comunità Montana - Castelli Romani e  Prenestini -, ma va a coprire solo i costi  delle attività e dei progetti. Per lavorare, però, c' è bisogno di una sede da mantenere e di personale efficiente che ha diritto ad uno stipendio - precisa De Righi, che peraltro da qualche mese sta ricoprendo la  carica a puro titolo onorifico. "

"La nostra non è una difesa della poltrona - ci tiene a precisare il Direttore generale Rodolfo Salvatori - ma un atto di dignità umana e istituzionale, per un lavoro che stiamo svolgendo con passione e risultati tangibili, creando un forte spirito di coesione tra i nostri tredici comuni intorno a obiettivi condivisi! . Se decideranno di chiudere, noi dipendenti troveremo una nuova collocazione per legge presso la pubblica amministrazione, ma questo territorio perderà un sostegno importante allo sviluppo socio-economico."

Anche la Regione Lazio infatti, dall'insediamento della nuova Giunta Polverini, ha bloccato tutti i trasferimenti già disposti sulla base di progetti approvati e convezioni definite, che mettono in grave difficoltà l'Ente, così come molti altri nel Lazio, costringendo a sospendere i pagamenti dei fornitori e a contrarre al massimo le spese, a danno anche dei Comuni appartenenti e delle Gestioni Associate che si fanno sempre più sofferenti.
 

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