Psicosi stupratore, il sindaco Marini: "Ad Albano non ci sono casi"
Ormai non si ferma la psicosi stupri, il sindaco di Albano ha dovuto rassicurare la popolazione sul fatto che i millantati casi di Pavona sono tutti falsi
La psicosi stupratore non si ferma ed è ormai dilagante,come abbiamo cercato di spiegare alcuni giorni fa sono false le notizie di nuove aggressioni e soprattutto sono falsi gli identikit che girano sui social network.
Dopo le ripetute richieste in merito a ipotetiche aggressioni a Pavona, il sindaco di Albano Nicola Marini ha dovuto tranquillizzare la cittadinanza con una nota ufficiale chiarendo che sul territorio comunale non ci sono stati casi: " Ho avuto modo di confrontarmi con il capo dell’Ufficio Stampa della Questura di Roma, con il Commissariato PS e la Stazione Carabinieri di Albano in merito all’ingiustificata psicosi generata dal cosiddetto 'stupratore' e ai suoi presunti 'avvistamenti' sul territorio di Albano Laziale", scrive il sindaco.
"Al momento non vi è nessuno denuncia agli organi di Pubblica Sicurezza in merito alla questione. Allo stesso tempo mi è stato confermato che non esiste alcun identikit e, anche se ipoteticamente fosse disponibile, sicuramente la prassi degli inquirenti non sarebbe quella della diffusione sui media e sui social network per ovvi motivi investigativi".
Marini spiega anche come si stanno muovendo gli inquirenti: "Sul territorio di Velletri sono al vaglio degli inquirenti alcune segnalazioni spesso ingigantite e discostanti l’una dall’altra. Al lavoro oltre al Commissariato di Velletri c’è la Squadra Mobile coordinata dalla Procura. Per quanto riguarda Albano, Cecchina e Pavona, ribadisco, non vi è alcuna indagine in corso in quanto non vi è alcun caso denunciato. Pertanto gli organi di pubblica sicurezza raccomandano di non alimentare false ed ingiustificate preoccupazioni e a denunciare chi dovesse mettere in rete notizie che procurino un falso ed ingiustificato allarme nella popolazione".
Il sindaco ricorda che le informazioni vanno comunicate sempre e comunque alle forze dell'ordine e non sui social network e soprattutto invita tutti a diffidare da chi riporta notizie non veritiere e ricordate che diffondere informazioni che possano generare un “procurato allarme ai cittadini” è un reato penalmente rilevabile.