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Venerdì, 19 Aprile 2024
Albano Albano Laziale / Corso Giacomo Matteotti

Non solo musica indie, passa per i Castelli Romani il progetto di "autoproduzione letteraria"

Mario Pacchiarotti è un informatico classe 1959 che vive ad Albano e insieme a un gruppo di scrittori ha dato vito al progetto di editoria indie "Sad Dog Project"

Molti nostri lettori conosceranno sicuramente le varie esperienze di musica indipendente e di autoproduzione di album musicali, ma da qualche anno le esperienze indipendenti proprio sul modello musicale hanno contagiato anche la letteratura e passa dai Castelli Roman il progetto di autoproduzione letteraria "Sad Dog Project".

A parlacene per i lettori di Castellitoday è Mario Pacchiarotti, informatico classe 1959 con la passione per la scrittura che insieme a un gruppi di scrittori ha dato vita a questo progetto letterario del tutto innovativo.

Mario, come nasce la tua passione per la scrittura, nonostante la tua formazione e la tua professione di informatico?

Scrivere mi ha sempre appassionato anche se non era mai stato un mio sogno nel cassetto, sebbene fin daglio anni Novanta avevo iniziato a scrivere dei racconti. Poi nel 2012  con l'arrivo di Amazon in Italia ho unito la mia passione con letteratura all'informatica e ho pubblicato alcuni racconti con questa piattaforma e da lì ho continuato a scrivere.

Come nasce il progetto di autroproduzione letteraria "Sad Dog Project" di cui fai parte, progetto molto vicino a quello delle etichette di musica indie?

Come sviluppatore di software ho sempre lavorato su programmi autosviluppati, con la tecnica dello shareware. Quando ho cominciato a pubblicare i racconti con Amazon ho lavorato allo stesso modo, senza un editore. Poi dopo aver partecipato a un contest letterario ho conosciuto altri autori e lo scorso anno abbiamo iniziato ad auto-pubblicare racconti brevi che non hanno molto spazio nelle case editrici tradizionali.

Da qui nasce il nostro marchio letterario "Sad Dog Project" e subito abbiamo iniziato a lavorare come fossimo una casa editrice seppur indipendente utilizzando all'occorrenza anche editor e grafici. Noi controlliamo il processo come nelle case editrici, solo che pubblichiamo noi stessi o altri autori "indie". Proprio come fa un cantante che autoproduce il proprio disco, ma si avvale dell'aiuto di fonici e sale di registrazioni.

Una delle tue ultime pubblicazione è un romanzo distopico "Baby boomers", come nasce questo tuo lavoro letterario?

Personalmente amo molto il genere fantasy come lettore e da scrittore lo utilizzo per creare delle situazioni di ambientazione dei miei scritti. "Baby boomers" parla della mia generazione, io sono nato negli anni Cinquanta e sono quindi un "baby boomer", una generazione la più numerosa che ha rappresentato sempre un problema prima per le scuole (che erano troppo poche all'inizio), per il lavoro e poi lo sarà per la pensione. Nella distopia che ho creato gli anziani sono trattati male, ma cercano di svegliare le generazioni più giovani e si ribellano. Le persone di solito tendono a lamentarsi, ma loro stessi partecipano al degrado sociale. Il messaggio è quello di agire e non solo lamentarsi. In altri miei lavori come nella raccolta di racconti "Fughe", invece, ho cercato di collegarmi a temi di attualità come per esempio l'immigrazione dove ad essere gli "immigrati" siamo noi Europei.

 

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