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Albano: 70 anni fa il bombardamento di Propaganda Fide

Ancora tanti cittadini di Albano portano nei loro ricordi l'orrore dei bombardamenti degli alleati che il 10 febbraio 1944 colpirono il collegio di Propaganda Fide pieno di sfollati, donne e bambini

Questa mattina la sirena antiaerea ad Albano è risuonata tre volte, un rumore tipico della guerra con cui è stato ricordato il terribile bombardamento delle forze alleate sui Castelli Romani che 70 anni fa distrusse il collegio di Propaganda Fide all'interno delle ville pontificie dove erano rifugiati numerosi sfollati, donne e bambini. Morirono ben 700 civili.

Le truppe tedesche in quel periodo occupavano l'area dei Castelli Romani e gli Alleati dal 30 gennaio del 1944 iniziarono a bombardare Genzano, poi Ariccia e Marino e a causa pare di false informazioni che volevano essere nel convento un covo di truppe naziste, il 10 febbraio tra le 9 e le 10 di mattina, le bombe furono sganciate sulle ville pontifice, zona dichiarata neutrale ed extra-territoriale, e il convento di Propaganda Fide fu totalmente distrutto. Nella popolazione è ancora vivo il ricordo di quel bombardamento, tanti cittadini di Albano e Castel Gandolfo hanno perso i loro cari. L'Associazione Famigliari Vittime di "Propaganda Fide" da anni attiva sul territorio ha raccolto le testimonianze di chi quel giorno è scampato al massacro.

Toccanti alcuni ricordi di chi all'epoca era solo un bambino come il signor Costantino: "Ricordo il fragore della bombe sempre più vicino, l’aria che si oscurava sempre più per la terra sollevata dalle esplosioni. Ad un tratto il ragazzino che era vicino a me sbiancò e cadde tutto sanguinante da una lato; in terra ancora avvolto dalle manichedegli abiti, un suo braccio amputato probabilmente da una scheggia. Ricordo di essermi chinato per raccogliere quel braccio domandandomi se dovevo restituirlo o gettarlo via. Non so se riuscii a raccoglierlo
perché a questo punto i miei ricordi si interrompono: devo aver perso i sensi per lo shock",

La signora Anna di Cecchina ricorda così quel giorno come raccontato durante la raccolta di documenti e testimonianze della guerra voluto dall'associazione dei familiari: "Le bombe, le vedevi proprio scendere, a tappeto, tante erano... quanti morti e feriti... ma io mi sono salvata. Lo ricordo ancora benissimo... una bomba cadde a due metri da me... solo io mi salvai, e  un giovane di 15 anni, Franco che era stato colpito da una scheggia alla gamba.

E ancora Enzo che allora essendo solo un bambino poteva uscire della ville pontifice senza temere le rappresaglie dei nazi-fascisti: Quando bombardarono il Convento dei Giuseppini,
noi eravamo per strada, davanti alla Caserma dei Carabinieri. Lo spostamento d’aria causato dalle bombe fu talmente forte che io mi ritrovai all’interno di un tinello...non sapevo più dov’ero…"

Forse il pensiero della signora Maria può rappresentare l'atrocità di quei giorni molto più di tante considerazioni storiche: "Quanti feriti ho visto e quanti morti…tra quelle2.000 persone sfollate nella Villa Pontificia… come si può dimenticare… come si può...Quanto durò il bombardamento?… difficile dirlo, forse un quarto d’ora ma sembrò lungo un’intera vita… eh sì dovrebbero ricordare tutti, bene, che follia è la guerra".

Purtroppo a 70 anni da quegli eventi  c'è chi ancora non ha fatto pace con la storia e con una pagina orribile della storia italiana. Proprio oggi nel giorno del ricordo dei bombardamenti del Collegio di Propaganda Fide, che molti chiedono di far dichiarare come crimine di guerra, ci si è divisi sulle celebrazioni. Un'associazione più vicina ai gruppi neo-fascisti del territorio ha indetto una fiaccolata per ricordare "l'infame bombardamento americano", come si legge sulla pagina Facebook dell'evento con tanto di vessilli tricolore da portare a seguito, mentre i partiti di centro-sinistra si incontreranno a Piazza Costituente per un momento di riflessione e ricordo, che chiedono di non strumentalizzare il bombardamento di Propaganda Fide, che nessuno ha mai negato provenire dalle truppe Alleate impegnate nella guerra contro i nazi-fascisti. Di quel bombardamento dovrebbero essere ricordati solo i morti e non chi quel bombardamento lo ha messo in atto, perché i morti sono morti e la guerra è una follia chiunque sia a combatterla.

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