Allarme di Legambiente: il Lago di Albano giù di 4 metri
L'impoverimento idrico cresce in modo esponenziale nel bacini dei castelli romani. Il Lago di Albano cala di metri a causa della cementificazione senza freni e dei troppi e incontrollati prelievi dai pozzi
Meno quattro metri negli ultimi trent'anni, il Lago Albano andrebbe pian piano verso il prosciugamento, lo dimostra uno studio condotto da Legambiente.
Un bollettino da guerra idrogeologica, 21 milioni di metri cubi di acqua in meno circa, 5.000 metri cubi di acqua al giorno, 30000 utenze idriche non autorizzate stimate stanno portando il lago a "bocca asciutta".
Per riportare il lago ai valori originali, ci vorrebbero dieci anni. Per questo Legambiente ieri era presente con la "Goletta dei Laghi" in una mini-regata "No Nuke" oltre a del materiale informativo distribuito sulle rive del bacino idrico.
CAUSE - Legambiente denuncia "Urbanizzazione e cementificazione, stravolgono il territorio, possono impedire alla stessa acqua piovana di raggiungere le falde".
LE CONSEGUENZE - "La riduzione del corpo idrico ha già portato in più occasioni in passato il Lago Albano ad assumere una innaturale colorazione rossiccia, in conseguenza della elevata concentrazione di sostanze organiche disciolte che fungono da nutrienti per la P. rubescenses, un tipo di alga nota anche per sua tossicità".
TOSSICITà - In fatto di tossicità il gruppo Facebook "Salviamo il Lago Albano" e ad altre associazioni dei Castelli Romani hanno lanciato un appello-denuncia con un fotoservizio segnalando alcune situazioni di degrado, scarichi che finiscono direttamente nel lago (si attendono risposte dal Comune che ha affidato le analisi ad Acea ATO2, nonostante la stagione balneare sia in corso), sollecitando interventi a protezione del villaggio preistorico delle Macine; evidenziando il dissesto idrogeologico delle sponde con ripetuti episodi di massi che franano dai costoni rocciosi.
