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Monte Carnevale, dalla discarica di inerti alla Malagrotta bis: una storia costellata di proteste

I cittadini non hanno mai smesso di contestare il mancato ripristino ambientale dell'ex cava di Monte Carnevale. La scelta di farne una discarica di inerti ha aperto le porte alla Malagrotta Bis

La notizia degli arresti domiciliari per la dirigente Flaminia Tosini e per l'imprenditore Valter Lozza riaccende l'attenzione sulla Valle Galeria. Ed in particolare contribuisce a riportarte sotto i rifilettor il destino di un' ex cava di pozzolana, destinata a diventare una nuova discarica per rifiuti solidi urbani. La scelta di trasformare il sito di Monte Carnevale in una nuova Malagrotta, è però arrivata per gradi. Ed è partita dalla richiesta di trasformare l’area in una discarica di inerti.

La discarica di inerti

Contro il volere dei residenti, che sognavano il ripristino ambientale dell’ex invaso nel 2018 è stata presentata alla Regione Lazio la richiesta di sfruttare il sito di Monte Carnevale di cui, la NGR Srl, era diventata proprietaria. Al suo interno, voleva realizzare una discarica per inerti. Rifiuti stabilizzati, quindi, la cui presenza però aveva immediatamente attivato la reazione di cittadini e comitati locali. 

I rifiuti e la Valle Galeria

Nella zona infatti, dove per trent’anni è rimasta attiva la discarica di Malagrotta, sono inoltre presenti due TMB, un gassificatore, un ex inceneritore di rifiuti ospedalieri ed è rimasto in funzione, per un periodo superiore a quello inizialmente previsto, anche un sito per la trasferenza. Motivi sufficienti, secondo chi abita nel quadrante compreso tra i municipi XI e XII, per affermare un concetto tanto semplice quanto eloquente: “La Valle Galeria ha già dato”.

Dalla discarica di inerti alla Malagrotta bis

L’intenzione di avvallare la realizzazione d’una discarica di inerti, inoltre, era avversata dai cittadini anche per un'altra ragione. Temevano, come più volte  ribadito anche nel corso delle loro mobilitazioni, che quella possibilità potesse finire per tramutarsi in una sorta di cavallo di Troia. Il timore era infatti che il sito potesse essere utilizzato anche per altre finalità o, meglio, per ospitare non soltanto dei rifiuti stabilizzati. Una sensazione che, nel giro di qualche mese, si è tramutata in realtà.

La scelta della nuova discarica 

Nel novembre del 2019, in piena emergenza rifiuti, il Comune è stato messo davanti alla richiesta di dove dislocare la nuova discarica di Roma. In quell’occasione sul tavolo della sindaca, e per conoscenza anche su quello del consiglio regionale, sono arrivate sette possibili aree, indicate in una relazione firmata dai tecnici Laura D'Aprile, Paola Camuccio e Flaminia Tosini, rispettivamente dirigenti dei dipartimenti competenti su ambiente e rifiuti di Roma Capitale, Città Metropolitana, regione Lazio.

Il resto è storia nota. L’ipotesi più gettonata, quella di Falcognana, è stata scartata tra i brindisi dei residenti del Municipio IX  e della sindaca, presente ai festeggiamenti. La scelta infatti è ricaduta proprio sull’ex cava di Monte Carnevale, il sito della martoriata Valle Galeria. Una decisione vissuta come un tradimento, in un territorio dove il M5s aveva fatto il pieno di consensi. E sono scattate nuove proteste.

L'ondata di nuove proteste

Per contrastare la decisione di attivare un'altra discarica a Monte Carnevale sono così partite mobilitazioni ed azioni legali. Tal territorio sono stati promossi ricorsi al TAR ed al Consiglio di Stato. E' stata giocata la carta dei ricorsi ai giudici amministrativi per bloccare un progetto, per contestare una scelta che era stata criticata anche dall’ENAC, a causa della vicinanza all’aeroporto di Fiumicino. L'individuazione di Monte Carnevale è invisa anche per la presenza di una soggiacente falda acquifera ed era contestata dalle associazioni ambientaliste per la presenza, a 200 metri, della Riserva del Litorale romano è di un eden naturalistico: il sito di interesse comunitario Macchia Grande.

Ora sulla vicenda, con gli arresti domiciliari scattati per la dirigente regionale Flaminia Tosini e per Valter Tozza, il proprietario della NGR, si comincia a scrivere un altro capitolo nella tormentata storia di Monte Carnevale.
 

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