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Martedì, 16 Aprile 2024
Ponte Galeria Malagrotta / Via Malagrotta

A Malagrotta ancora fumi e aria irrespirabile: "Perché Gualtieri non ci ha evacuato?"

La rabbia dei residenti: "Chiudere le finestre non serve, la puzza entra comunque". Chi può lascia casa e porta i bambini dai nonni

La puzza di plastica bruciata arriva dentro casa. Chiudere le finestre non risolve il problema. La gola pizzica e c'è chi si sveglia di notte. All'orizzonte la nube nera che due giorni fa ha messo in allarme il quadrante si è dissolta, ma il fumo bianco e l'aria irrespirabile continuano ad appestare la Valle Galeria. A quasi 48 ore dall'incendio che ha colpito i tmb e l'ex gassificatore di Malagrotta, i residenti lamentano miasmi pesanti e sfogano la rabbia contro un'amministrazione che a loro dire non si sarebbe preoccupata abbastanza di soccorrerli. 

"Ci aspettavamo un piano di evacuazione - commenta a RomaToday Monica Polidori, del comitato Valle Galeria Libera - siamo costretti in casa barricati, non si respira. Io non so cosa poteva fare il sindaco, ma mi sarei aspettata un maggior controllo nei nostri confronti, magari la protezione civile". 

La fuga dal quartiere

Chi ha potuto, ha lasciato casa. Roberto, residente in via Decimomannu, ha portato subito i bambini dalla nonna, in viale Marconi, la sera stessa dell'incendio. "Siamo accampati in salotto - racconta al nostro giornale - ma meglio che respirare quello schifo. Pensi che la nostra strada il sindaco se l'è proprio dimenticata, non sta nemmeno nell'elenco dell'ordinanza". Idem Anna, residente in via della Pisana, ha trasferito subito la famiglia dai suoceri, in zona Tuscolano. Ma la maggior parte degli abitanti del quadrante non ha questa possibilità e rimane asserragliato in casa. Qualcuno addirittura indossa la mascherina ffp2, quella anti covid, tra il salotto e la cucina. 

Le informazioni sul da farsi circolano nelle tante chat e pagine Facebook. Maria Teresa Cipollone, altro esponente storico del comitato di quartiere che da anni si batte per il risanamento e la bonifica dei siti di Malagrotta, chiarisce sull'utilizzo dei condizionatori. "Chi ha quelli con unità esterna può utilizzarli, perché non hanno scambio con l'aria di fuori". Questo aspetto non lo aveva capito quasi nessuno. Ed è almeno una piccola buona notizia, date le temperature roventi che rendono il tutto ancora più insopportabile. 

La mappatura dei miasmi

Da questa mattina poi il comitato sta facendo girare tra i cittadini il modulo per la segnalazione dei miasmi da inviare alle autorità preposte, Comune e Regione in primis. Uno strumento da tempo utilizzato nella zona, perché la puzza proveniente dagli impianti è qualcosa a cui i residenti sono tristemente abituati. Nulla a che vedere certo con la plastica bruciata che in queste ore impedisce di aprire anche solo uno spiraglio di finestra. 

Altro aspetto che non convince i cittadini riguarda le rilevazioni degli inquinanti presenti nell'aria effettuate da Arpa Lazio. Nella centralina più vicina al sito, distante 2,5 chilometri, i valori dei composti chimici non hanno evidenziato un generale incremento delle concentrazioni rispetto ai giorni precedenti e non sono stati rilevati superamenti del limite giornaliero. Da tempo però, ben prima che scoppiasse l'incendio, gli abitanti della valle Galeria hanno richiesto l'installazione di una centralina più vicina, mai arrivata. E hanno deciso di posizionarne comunque. 

"Le centraline indipendenti posizionate in prossimità di Malagrotta (non a 2,5 km di distanza) stanno registrando "picchi" allarmanti - fa sapere il comitato - che pur non avendo valenza ai fini dei limiti per la protezione della salute umana registrati in periodi temporali piú ampi danno l'idea di quello che stiamo respirando in queste ore".

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