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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Rottamatore all'Infernaccio, la decisione ora spetta alla Polverini

Una sentenza del Tar invita la Regione a chiarire la propria posizione sull'inclusione della collina dell'Infernaccio nella riserva della Tenuta dei Massimi

Spetta a Renata Polverini l’ultima parola per chiudere una volta per tutte l’annosa vicenda del rottamatore dell’Infernaccio alla Muratella. Il consiglio regionale ha approvato il 25 gennaio un ordine del giorno presentato dall’esponente di Sel Luigi Nieri che chiedeva alla Regione Lazio di impegnarsi per includere l’area sulla quale dovrebbe sorgere il rottamatore più grande d’Europa all’interno della riserva naturale regionale della Tenuta dei Massimi, verificando inoltre con il Comune di Roma l’area alternativa proposta dal Municipio XV.

Sia il municipio sia il Comune si sono espressi contro la costruzione del rottamatore all’Infernaccio. Il 5 dicembre il Consiglio Municipale del XV ha approvato una mozione presentata dai consiglieri Conti, Miani e Toppi sulla rilocalizzazione del centro di rottamazione e demolizione in un altra zona fuori dal Raccordo e sull’ampliamento della riserva della Tenuta dei Massimi per comprendervi la collina dell’Infernaccio. Il 22 dicembre, L’Assemblea Capitolina ha votato una mozione, presentata dal consigliere Gemma Azuni, che non ferma il progetto ma impegna il sindaco Alemanno e la Giunta affinché intervengano presso la Regione per inserire definitivamente la collina nella riserva naturale e delocalizzare il sito in un altra zona del Municipio XV.

“Credevamo che quella del rottamatore all’Infernaccio fosse una vicenda chiusa, grazie all’intervento dell’allora giunta di centrosinistra che nel 2009 allargò i confini del parco della Tenuta dei Massimi per comprendervi quell’area”, dice a Romatoday Gianni Paris, presidente del XV Municipio.

Il consigliere Alessio Conti ha ricostruito con noi il percorso fatto finora: “Due anni fa la giunta Marrazzo aveva incluso l‘area all’interno della Tenuta dei Massimi ma i rottamatori hanno presentato un ricorso al Tar e lo hanno vinto perché nella delibera c’era un vizio di forma”. Nella delibera 61/2009, approvata all’unaminità e che rendeva di fatto non più disponibile il sito per il progetto del rottamatore, c’erano due allegati in contrasto tra loro. Il Tribunale amministrativo regionale diede quindi ragione al consorzio che riunisce le società di rottamazione e demolizione ma “consentì alla Regione di sanare questo vizio di forma emettendo un parere univoco sull’inclusione del rottamatore nella Tenuta dei Massimi”, conclude Conti. “Se da un lato c’è tutto il territorio unito contro la costruzione del rottamatore, dall’alto c’è la Regione che insiste nel consentire a chi vuole il rottamatore di arrivare a meta - spiega Paris - Siamo soddisfatti per l’odg in Regione, che ricalca quello già presentato in Municipio, ma la battaglia continua e io sono comunque preoccupato perché conosco la Polverini. Questa giunta regionale ha ceduto non andando a rivendicare le ragioni del territorio”. Non avendo presentato un contro-ricorso, si deduce infatti che la Regione accetti implicitamente quanto deciso dal Tar.

“Siamo fiduciosi che la questione si possa risolvere e speriamo che la Regione faccia i suoi passi sanando quel vizio di forma”, dice Emanuela Mino del comitato di Quartiere Muratella, che segue la vicenda del rottamatore a partire dal 2008, quando notare dei lavori sulla collina. “Non siamo contro il rottamatore per partito preso. È un servizio che serve, eliminando gli sfasci a cielo aperto. Ma non può essere costruito a ridosso delle case, a 250 metri da un polo per l’infanzia, vicino a un ospedale e in una zona con la viabilità al collasso, che invece andrebbe rivalutata”, spiega Mino.

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