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Corviale Corviale / Via Marino Mazzacurati

Degrado e Sicurezza, i deputati in visita a Corviale. "Il Serpentone? Dovrebbe viverci chi l'ha progettato"

Sul Serpentone il Parlamento invoca l'intervento della Regione

Un chilometro di cemento. Ad oggi, Corviale, continua a presentarsi così. Come un lungo "serpentone" popolato da quasi mille nuclei famigliari. Un quartiere contenuto in un unico edificio. Il razionalismo architettonico di De Cubertin portato alle estreme conseguenze. Un esperimento, realizzato sula collina di via Mazzacurati, che è stato sonoramente bocciato dai deputati della Commissione parlamentare d'inchiesta sul degrado e la sicurezza in città.

Il degrado che degrada le persone

"Negli Anni 60-70 c'è  stata un'edilizia che invece di risolvere i problemi li ha generati" ha commentato ad esempio Andrea Causin (FI). Per il presidente della Commissione parlamentare, nel chilometro di edificio "che doveva risolvere il problema abitativo", di fatto ha finito per concentrare "marginalità che sono diventate esplosive negli anni e che poi si sono aggravate con i problemi di manutenzione e le occupazioni abusive". Il sogno del quartiere contenuto in un solo edificio, naufraga sotto il pesante fardello della realtà. E finisce, per dirla con il deputato di Forza Italia col "creare delle situazioni di degrado che degradano anche le persone e le comunità che ci vivono". Come se ne esce? Per il presidente Causin, diventa centrale l'attenzione da dedicare al "tema della sicurezza urbana". Senza dimenticare però d'investire "sulle persone e tutte quelle reti associative che in qualche modo fanno sì che le periferie possano essere meno brutte di quello che sono".

L'associazionismo e la comunità locale

La vivacità socio-culturale di Corviale è stata avvertita anche dal deputato Fabio Rampelli. Secondo il leader dei "gabbiani", su "Corviale ci sono delle attività sociali bellissime e straordinarie, siamo felici che ci siano persone che si occupano di migliorare la qualità della vita nella quotidianità". Da sole però, rischiano di non essere sufficienti. Servono "interventi strutturali definitivi" sottolinea Rampelli, che dichiara di riferirsi in particolare alla Regione Lazio e all'Ater. E questo perchè "abbiamo speso tanti soldi che non hanno creato quel miglioramento sostanziale delle condizioni di vivibilità che i cittadini richiedono e che noi ci aspettiamo". Cosa fare quindi? Per il deputato di Fratelli d'Italia la soluzione da praticare è tranchant.

Abbattere il Serpentone

"Noi riteniamo che sia necessario procedere  alla verticalizzazione del cosiddetto 'Serpentone', quindi alla separazione di questo chilometro di edificio unico con dei ballatoi interminabili che danno la sensazione che l'edificio non appartenga a nessuno: ognuno deve avere il suo spazio per responsabilizzare gli inquilini, ognuno deve sentire la sua palazzina come propria". Si spinge oltre Rampelli, a cui non piace l'attuale assetto del Serpentone. Al punto tale da sostenere che "dovrebbe viverci chi l'ha progettato" . In alternativa alla citata separazione, il leader dei Gabbiani avanza anche al proposta di "prendere in considerazione un progetto analogo di realizzazione di un quartiere a bassa densità abitativa, un progetto che già esiste, per trasferire piano piano gli inquilini in questo quartiere piu' vivibile e poi procedere all'abbattimento di questo mostro ". Idee progettuali che distano anni luce dal proposito di riqualificare l'esistente puntando ad esempio, secondo la suggestiva proposta dell'architetto Guendalina Salimei, alla realizzazione di un chilometro verde.

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