La merce sequestrata avrebbe massicciamente alimentato il mercato clandestino ed illegale della capitale e del suo hinterland, generando introiti per oltre 2 milioni di euro
Tutte le scarpe contraffatte erano stoccate in magazzini in zona Prenestina. Da qui, parte della merce restava a Roma e parte ripartiva per essere venduta in altre città italiane, tra cui Milano, Torino, Bari, Napoli, Bologna, Palermo, Catania, Lecce, Cagliari, Pisa, Padova e Alessandria
Grazie all'operazione Smart Shoes sono state denunciate 12 persone. Alcune scarpe "tarocche" restavano a Roma e venivano vendute nei mercati della Tuscolana e della Garbatella