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Zeman sempre più giallorosso: "Sì è vero, la Roma mi fa vacillare"

Il boemo durante la festa promozione ammette la tentazione del ritorno. L'incontro con Sabatini e Baldini, in programma oggi, dovrebbe (salvo sorprese) sancire il ritorno

Vacilla ed è lui stesso ad ammetterlo. Zdenek Zeman non ha mai fatto manfrine durante la sua carriera ed anche durante la festa promozione del suo Pescara conferma a pieno il suo personaggio. Capita così che alla domanda "è vero che la Roma la fa vacillare"? il boemo risponda candidamente: "Sì, è vero". Un'ammissione che conferma tutte le voci che si sono rincorse in una domenica che a Pescara è stata di festa e a Roma di speranza. Già, perché il ritorno di "Sdengo" è quanto mai atteso dalla tifoseria giallorossa ed ormai anche la società sembra orientata ad accontentare la tifoseria e a risposare il progetto Zeman, come nel 1997 quando per dimenticare la grigia stagione vissuta sotto la guida dell'alchimista Carlos Bianchi, si scelse l'allenatore che per tre anni aveva guidato gli odiati cugini della Lazio.

MONTELLA, BIELSA, VILLAS BOAS - Tutte le strade portano a Zeman ormai. Per lui Sabatini e Baldini hanno annullato il viaggio a Milano dove era in programma un appuntamento con il Catania per discutere del possibile ritorno di Montella. E' infatti troppa la fretta di sondare con Zeman la possibilità di mettere in piedi un accordo su un progetto in linea con quello interrottosi con l'addio di Luis Enrique. Così per oggi, non si sa ancora se a Pescara o a Roma, il boemo e i vertici giallorossi si incontreranno. Discuteranno dell'aspetto economico e di quello che sarà il progetto tecnico. Un progetto che negli ultimi giorni ha di fatto allontanato Villas Boas che aveva chiesto grandi nomi per fare una grande Roma. Da Trigoria la risposta è stata negativa. Timidamente è stata battuta la pista Bielsa. Il "Loco" però vuole restare a Bilbao dove, dopo due finali perse, vuole provare a vincere qualcosa.

IL PROGETTO ZEMAN - Sdengo per continuare il progetto di Lucho quindi, con un'impronta chiara però: il 4 - 3 - 3. Un modulo che è marchio di fabbrica e per il quale, soprattutto in attacco, la Roma sembra già avere gli uomini. Rispetto a Villas Boas Zeman non dovrebbe chiedere grossi nomi, ma solo giovani puntelli di qualità. Tradotto: due laterali difensivi, un centrale e uno o due centrocampisti. Possibile, come ha sempre fatto, che il boemo chieda o provi a portarsi dietro qualche suo pupillo. In cima ai suoi desideri, viste anche le parole importanti spese, c'è Marco Verratti che a gennaio pareva giallorosso e che oggi pare aver preso la strada di Torino. Il riscatto da parte degli abruzzesi di Caprari potrebbe costituire però un segnale per quello che potrebbe essere un assalto che Zeman, quantomeno, chiederà al duo Baldini - Sabatini. In alternativa non è da escludere il rilancio di Pizarro, di ritorno a Trigoria, e che come stile di gioco ricorda molto Verratti. Altri nomi che il boemo potrebbe fare sono quelli di Antonio Balzano (terzino destro, classe 1986) e Marco Capuano (centrale classe 1991), entrambi con lui quest'anno a Pescara ed entrambi capaci di costituire delle alternative su cui lavorare.

L'INCONTRO - Alla luce delle dichiarazioni rilasciate ieri sera, l'incontro di oggi con Zeman rischia di essere una semplice formalità. Malignamente si può anche dire che quella di Zeman resta per la Roma americana l'ultima pista percorribile. Sarebbe infatti difficile tornare da Montella e chiedergli di prendere in mano il timone, facendogli credere di avere la fiducia incondizionata dell'ambiente. Impossibile poi stravolgere i piani per Villas Boas. Zeman quindi, o qualsiasi altra alternativa rischia di essere accolta dalla città come accadde nel 2005 a Spaletti. Anche allora il boemo era ad un passo, ma all'ultimo saltò per l'allora tecnico dell'Udinese, poi accolto con volantini di contestazione dai tifosi.

Il PASSATO - Nella stagione 1997-98, dopo l'esperienze con la Lazio, presidente Franco Sensi gli offre la panchina della Roma e Zeman accetta di prendere per mano una squadra che l'anno precedente era arrivata dodicesima in Serie A salvandosi solamente alla quartultima giornata battendo l'Atalanta. I lupacchiotti resuscitano ottenendo un ottimo quarto posto, senza però riuscir mai a tener testa a Juventus, Inter ed Udinese. Nel campionato 1998-99, ancora alla Roma, Zeman giunge quinto e non viene confermato per la stagione successiva; viene sostituito da Fabio Capello. Nessun trofeo per il boemo e' vero ma per Zeman ci fu la consapevolezza di aver fatto breccia tra i tifosi giallorossi anche per il suo modo, schietto e sincero, di affrontare il 'Palazzo'. La Roma si prepara a rinascere puntando tutto sulla coscienza di Zeman. 

Quale storia si ripeterà? Quella del 1997, quando Zeman da biancoazzurro (laziale allora, pescarese oggi) diventò giallorosso, sostituendo un tecnico, Carlos Bianchi, che tanto somiglia a Luis Enrique? Oppure quella del 2005, quando l'era Spalletti iniziò con i tifosi delusi per il mancato ritorno del boemo?











 

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