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Basket, ufficiale: Toti lascia la Virtus. Ci sarà un futuro?

"Roma ora deve mirare a un futuro importante che io non sono più in grado di garantire", ha detto Toti. Si va verso l'ipotesi di un'amministrazione controllata con il sindaco Gianni Alemanno come garante per la Virtus

Il futuro dell a Virtus Roma è sempre più scuro e oscuro. Scuro perché quest'anno la squadra della Capitale non farà  i playoff oscuro perché, come stanno adesso le cose, si rischia una commissionariamento della società. La Virtus non ha più un padrone e dopo l'addio di Claudio Totti a 'gestire' le sorti della squadra romana potrebbe essere il sindaco di Roma Gianni Alemanno in amministrazione controllata. Una mossa politica? Forse.

L'ADDIO - "Io non gestivo un'azienda, ma un amore per una squadra. Roma ora deve mirare a un futuro importante che io non sono più in grado di garantire perchè gli investimenti necessari sono molto alti". Il presidente e proprietario della Virtus Roma, Claudio Toti, si congeda così dal basket italiano dopo un'era durata 10 anni culminata con la vittoria della Supercoppa Italiana del 2000, quando era presidente Giovanni Malagò. Un addio anticipato già a metà gennaio e confermato a distanza di qualche mese.

I RISULTATI - L'ex numero uno virtussino poi ha elencato i traguardi ottenuti nella sua gestione. "I risultati sono sotto gli occhi di tutti - le sue parole - . Per risalire agli stessi risultati si deve tornare al Banco di Roma dell'83-84. Altri risultati simili sono quelli del Messaggero, ma poi dal '92 sino al 2002 non c'è stato più niente. Abbiamo visto a Roma i più importanti allenatori europei, abbiamo battuto le più forti squadre europee. Abbiamo raggiunto quattro semifinali, di cui una si è trasformata in finale, abbiamo vinto una Supercoppa. Abbiamo perso una finale di Coppa Italia con Napoli. Abbiamo consolidato la posizione di Roma in Europa dove non era rappresentata da molti anni. Ora non mi trovo a condividere che Roma debba fare una squadra di secondo piano e non mi sento di sposare un programma del genere". 

I PROBLEMI - Toti ha spiegato anche i problemi pratici che l'hanno spinto a mollare: la mancanza di un impianto di proprietà e del senso di appartenenza e di territorialità. "Abbiamo combattuto 12 anni per la mancanza di un impianto. La mia società ha vinto un bando nel 2007 per costruire un impianto e ancora non sono riuscito a farlo. La mancanza di impianto ci ha costretto ad allenarci al Palazzetto dello Sport. Ma da quando l'impianto non è utilizzabile da noi al 100% perchè da condividere con un'altra società di A (la Roma Volley, ndr), la situazione è ingestibile. Non si può creare senso di appartenenza a giocatori e a ragazzi delle giovanili in un palazzo non nostro". 

IL SINDACO - L'imprenditore ha poi ha chiarito il suo rapporto con l'amministrazione comunale. "Non credo che il sindaco mi possa chiamare per convincermi a rimanere - ha ammesso - Al momento non ho nessun appuntamento con il sindaco. L'attuale amministrazione ha dato una mano per aiutare una squadra di serie A, ha spinto per la sponsorizzazione dell'Acea quest'anno e potenzialmente il prossimo anno, ma non credo possa risolvere il problema. Roma ha anche un problema di impiantistica". 

IL FUTURO - I giocatori sono già tutti potenzialmente in vendita, con la Virtus Roma che rischia di scomparire dal panorama del basket italiano. "Io mi impegno a iscriverla al campionato per dare più tempo a chi volesse rilevare la società - la sua proposta - . Ma io non allestirò la squadra. Se nessuno si presenta la Virtus morirà a Roma. Quanto vale la società? Quanto l'ho pagata, ma posso anche aspettare nel pagamento. Non voglio i soldi domani mattina, ma al momento non si è fatto avanti nessuno. Quello che si legge sui giornali sono soltanto chiacchiere".

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