Francesco Totti: "Se i Friedkin dovessero chiamare mi metterei seduto e ne parlerei"
L'ex capitano su twitch a Bobo Tv: "Pur di non andare via dalla Roma mi sarei ammazzato. Mi sarebbe piaciuto fare il direttore tecnico"
"Se i Friedkin mi dovessero chiamare? Non è ancora successo, ma dovesse accadere mi metterei seduto e ne parlerei". A parlare è Francesco Totti a Bobo Tv, il format di Christian Vieri su Twitch, con Adani, Cassano e Ventola.
"Ora però voglio portare avanti il mio lavoro. Se continueranno a mettermi i bastoni tra le ruote magari penserò ad altro. Certo, pur di non andare via dalla Roma mi sarei ammazzato. Mi sarebbe piaciuto fare il direttore tecnico, avrei potuto dare di più di altri dirigenti, ma non venivo coinvolto nelle scelte". Totti continua spiegando che "con una proprietà straniera una persona che conosce Roma e l'ambiente sarebbe utile".
L'osservazione del numero 10 è che "nel calcio italiano gli ex calciatori non vengono valorizzati in società". E sul passato da dirigente: "Io segnalavo un calciatore, ma non volevo venisse detto che ero stato io a prendere. A me interessava solo il bene della Roma". "A Trigoria non sono più entrato", racconta Totti. "Accompagno Christian e resto fuori. Magazzinieri che mi conoscono escono per salutarmi e per parlare".
Due ore di sketch esilaranti con Cassano a fare da mattatore. E proprio il periodo in giallorosso del Pibe de Bari è stato al centro di numerose battute. "Sono venuto a Roma perché Totti era il mio idolo", rivela Cassano. "All'Europeo del 2004", continua Cassano, "sono andato per merito di Totti che ci ha messo la faccia con Trapattoni". Totti come Zidane secondo Cassano: "Parlava poco, ma quando parlava lo ascoltavano tutti".
E Totti su Cassano: "Se mi avesse ascoltato un minimo sarebbe rimasto a Roma altri 20 anni. Si è fatto abbindolare da altre persone e non ci ha capito più un cazzo. Con Antonio ho vissuto i momenti più belli della mia carriera, con lui giocavo ad occhi chiusi".
"Con Antonio quando ci discutevi smetteva di parlarti. Neanche ti salutava, zero. Come quando andò via da Roma. Ci fu una discussione con la società e decise che era colpa mia e Montella. Non ci ha più parlato. Cassano è il Marzullo del calcio: si fa le domande e si da pure le risposte. Ogni volta che apriva bocca non sapevi cosa sarebbe potuto succedere. Portava gioia, ma al tempo stesso uno ne bastava".
La Roma con Casasno? "Non so se la squadra era più forte quella dello scudetto o quella dell’anno successivo. Eravamo una squadra completa in ogni zona del campo. Era impossibile non vincere".