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Titoli Lazio, Lotito condannato per "omessa alienazione di partecipazioni": pena pecuniaria

Prescritti gli altri reati di aggiotaggio e ostacolo alle autorità di vigilanza. Condannato anche Mezzaroma

La terza sezione della Corte d'Appello di Milano ha condannato a 3 mesi, convertiti in una pena pecuniaria di 3.420 euro, il patron della Lazio Claudio Lotito per il reato di "omessa alienazione di partecipazioni" in relazione a presunte irregolarità nella gestione delle azioni della società biancoceleste nell'estate del 2005. Alla stessa sanzione è stato condannato anche l'imprenditore Roberto Mezzaroma.

Gli altri reati che erano stati contestati ai due imputati, invece, ossia l'aggiotaggio e l'ostacolo alle autorità di vigilanza, sono già stati dichiarati prescritti dalla Cassazione. Secondo le indagini coordinate all'epoca dal pm Laura Pedio, tra il presidente biancoceleste e Mezzaroma ci sarebbe stato un presunto accordo occulto per evitare il lancio dell'Opa sui titoli della società.

Grazie a questo patto, il 30 giugno 2005 Mezzaroma avrebbe "acquistato il 14,6% di azioni della Lazio e lo avrebbe fatto, secondo l'accusa, per conto di Lotito". In tal modo quest'ultimo, stando alle indagini, non sarebbe figurato come il reale titolare del pacchetto azionario. Lotito, sempre secondo l'accusa, "avrebbe aggirato così l'obbligo di lanciare l'Opa, malgrado in realtà avesse sforato il 30% delle quote in suo possesso".

Nel marzo 2009, Lotito e Mezzaroma erano stati condannati in primo grado rispettivamente a 2 anni e a un anno e 8 mesi. Le due condanne nel 2012 erano state poi ridotte entrambe di sei mesi e, infine, la Cassazione ha dichiarato prescritti gran parte dei reati ed è rimasta in piedi soltanto l'accusa di "omessa alienazione di partecipazioni".  

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