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Grazie (lo stesso) Roma: il sogno finisce sul più bello, addio finale di Champions

La Roma sfiora l'impresa ma in finale di Kiev va il Liverpool. L'Olimpico però omaggia i suoi eroi

Così fa davvero male. La Roma ha lottato, ha sudato, ha subìto la forza del Liverpool ma non ha mai mollato e per poco ha mancato l'impresa. E' finito così il sogno giallorosso. Sul più bello. La fine di un percorso fantastico in Champions League con un girone, duro, vinto davanti al Chelsea di Antonio Conte e soprattutto all'Atletico Madrid di Diego Simeone costretto a retrocedere in Europa League. 

Poi gli ottavi di finale. Il sorteggio regala lo Shakhtar Donetsk. Un impegno sulla carta facile che si trasforma subito in una salita. L'andata in Ucraina va male, al ritorno i ragazzi di Eusebio Di Francesco si scoprono grandi e ribaltano il risultato. E' la prima rimonta. La seconda ai quarti di finale quando, dopo l'andata al Camp Nou, il Barcellona sembrava già in semifinale. 

Ed invece no. La Roma c'è. Le file ai botteghini, l'Olimpico pieno e l'impresa. Il Barcellona di Leo Messi si inchina. La Roma vince, anzi stravince ed entra tra le prime 4 d'Europa. La Capitale viene invasa di tifosi giallorossi. E' festa grande e James Pallotta si lascia andare con un bagno nella fontana. 

Nainggolan Florenzi-2

L'urne di Nyon regala una sfida piena di emozioni: l'ultimo ostacolo per Kiev è il Liverpool. L'andata di Anfield è stana. La Roma parte bene, poi spegne la luce. I Reds volano segnano 5 volte ma Edin Dzeko e compagni non mollano, segnano due gol regalando una speranza a che aveva fatto ore di coda per accaparrarsi i biglietti per la gara di ritorno

L'Olimpico la sera del 2 maggio è uno spettacolo. L'inizio è pessimo. Mané porta avanti gli inglesi. La Roma è viva. Si fa sul 2 a 2. Poi nel finale la doppietta di Nainggolan regala una inutile vittoria per 4 a 2 ma non basta. In mezzo un fallo di mano, clamoroso, di Alexander Arnold. Non si poteva non vedere. Rimarrà nella memoria di tutti i tifosi romanisti presenti, e non solo. Così fa davvero male ma grazie (lo stesso) Roma. 

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