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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Roma, Luis Enrique: "Non mollo il progetto. Continuerò ancora"

Così Luis Enrique risponde a chi gli chiede se il nuovo progetto della Roma è gia finito. Alla vigilia della trasferta di Palermo, il tecnico giallorosso è tornato a parlare del suo futuro

Luis Enrique non lascia anzi, potrebbe raddoppiare. Dopo il k.o. che la Roma ha incassato nel derby, l'allenatore spagnolo non alza bandiera bianca e la squadra, intanto, deve rialzare la testa e l'occasione di riscatto arriva domani, con l'anticipo in programma sul campo del Palermo: "Lavoro duro, continuerò a farlo e non mollerò. Il futuro? Ho parlato una settimana fa di questo ho detto quello che ho detto e sono un uomo di parola, non voglio più tornarci. Se resto fino al 2013? Al minimo. La mia firma ha detto questo, ma chissà magari dovrete sopportarmi anche per 4-5 anni".

FUTURO - "Di certo - ha aggiunto Luis Enrique - dovrete sopportarmi almeno fino al 2013 perché ho dato la mia parola. Finchè la società e i tifosi mi danno loro fiducia, nonostante le difficoltà, io sarò felicissimo di stare al mio posto, anche se al momento non sono felicissimo. È stata una settimana difficile dal punto di vista psicologico. Non c'è nessuna emergenza in difesa o in attacco". Nessuna recriminazione per l'operato della società durante il mercato invernale. "Ho molta fiducia in Walter e Franco, - dice riferendosi ai dirigenti Sabatini e Baldini. - Siamo arrivati al mercato estivo in difficoltà, ma a gennaio non avevamo fretta: non ho nessun rimprovero per la società. Mi prendo le mie responsabilità, che sono tantissime, e continuo a credere nella squadra". Conclude.

DERBY - "Io preferisco vincere sempre, in qualsiasi modo. Ma sono convinto che per vincere è meglio giocare bene. Ma qualsiasi partita, non solo il derby, si può vincere anche giocando male. Resto convinto, però, che sia meglio giocare bene e sapere perchè si è vinto. Questo è il mio pensiero, rispetto chi la pensa diversamente, ma io la penso così". Così Luis Enrique ha risposto a chi gli faceva notare come il ds giallorosso Sabatini avrebbe raccontato la confidenza ricevuta dal tecnico spagnolo che avrebbe preferito giocar male il derby, ma vincerlo. Nessun fastidio da parte sua per questo pensiero uscito dallo spogliatoio. "Quello che dico ai calciatori nello spogliatoio non lo vengo a raccontare - ha aggiunto - ma se dicono qualcosa i dirigenti, non ho niente da dire. Ho un grandissimo rapporto con la società, una relazione più che buona con loro. Sono convinto che così andremo lontano: è molto difficile dirlo adesso ma io lo dico".

CAMPIONI - "Non faccio differenza tra giovani e meno giovani. Con la società vogliamo fare una squadra forte e si farà o cercheremo di farla. Ma la responsabilità non è di anziani o giovani, ma della squadra. L'esperienza si fa ogni giorno, ogni partita. Nessuno nasce con l'esperienza acquisita". Luis Enrique risponde indirettamente anche alle dichiarazioni post derby di Daniele De Rossi che aveva manifestato la necessità per la Roma di mettere nella rosa giallorossa qualche campione. "A me piacciono i giocatori bravi - ha aggiunto - tutti possono essere bravi, a 35 anni come Francesco Totti e Perrotta, come Daniele (De Rossi ndr) che ne ha 29, o come Piscitella. Certo che in alcune partite l'esperienza pu• essere importante, ma per me è più importante la qualita".

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