Niente Olimpiadi per Roma Capitale: Monti non firma la garanzia

A poco è valso l'ottimismo dilagante in Campidoglio. Roma non ospiterà l’Olimpiade del 2020. Decisione clamorosa? Forse no, forse il pericolo di nuove perdite finanziarie e la paura della crisi sono stati troppo forti per permettere al premier Mario Monti di dare il suo assenso alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020. Dopo un’attenta valutazione dei costi e dei benefici legati all’operazione nel suo complesso, il premierMonti ha detto "no" perché non esistono le condizioni giuste che avrebbero dovuto permettere al governo di offrire le garanzie necessarie per la candidatura per i Giochi. La lettera con le garanzie richieste dal Cio avrebbe dovuto essere presentata entro mercoledì 15 febbraio. Restano in corsa Madrid, Tokyo, Istanbul, Doha e Baku. La scelta verrà fatta a Buenos Aires il 7 settembre 2013.

Troppo alto il divario, infatti, tra costi e benefici. I precedenti infelici dei Mondiali del '90, e i Mondiali di nuoto del 2009 bruciano ancora. Da parte del premieri Monti c'è anche il timore che l'Europa veda con preoccupazione la spesa per le opere previste per questo evento. In più, tutte le città che hanno ospitato le Olimpiadi si sono indebidate ancora di più come Barcellona, Pechino e non ultima Atene arrivata alla ribalta con il recente crack della Grecia.

Insomma, alla fine l'ha avuta vinta chi spingeva per il "no", che si conta comunque sulle dita di una mano: Legambiente, Verdi, Lega Nord e qualche contrario fuori da partiti e associazioni, l'ex campione della velocità Mennea, e dell'ex manager di formula 1, Flavio Briatore ("non si possono fare debiti con lo sport"). Pareri negativi anche dai dossier di Legambiente, wwf e Fai (i dubbi sarebbero legati in particolare alle aree sul fiume Tevere).  "No" secco anche da Aduc che, in una lettera al presidente scrive: "Incoerente erogare denaro pubblico in un momento di crisi".