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“No al nuovo stadio della Roma”: Legambiente boccia il progetto

L'area individuata, quella tra Massimina e La Monachina, nel Piano Regolatore ha destinazione agricola. Inoltre nella zona è stata cancellata la stazione FS e definanziato il prolungamento della Metro A

Questa dovrebbe essere la settimana in cui vedrà ufficialmente la luce il progetto del nuovo stadio della Roma. Il progetto non è stato ancora presentato ufficialmente che arriva già la prima bocciatura. E' infatti senza appello il no di Legambiente Lazio che sottolinea come l'area individuata, tra la Monachina e la Massimina, sia un'area agricola sottoposta a vincolo agricolo, priva di trasporti e troppo vicina a zone come Ladispoli, Cerveteri e Civitavecchia

“Roma non ha bisogno di nuovi stadi, tanto meno di scempi e speculazioni in aree agricole vincolate come quelle sull’Aurelia, con ristoranti case e mega store. Niente prese in giro per i cittadini ed i tifosi”, dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio.

IL VINCOLO NEL PRG
L’area estesa per più di 200 ettari ricadente nel Municipio XVIII, ha destinazione agricola nel nuovo PRG e non vi è alcuna infrastruttura di trasporto pubblico in corso di realizzazione. L'impatto, sia a livello di metri quadri di costruzione, sia a livello abitativo, supererebbe quanto indicato dal Piano Regolatore.

NIENTE TRASPORTI
Secondo Legambiente inoltre, non esistono attualmente i trasporti indicati nel progetto stadio, poiché la stazione F.S. Massimina è stata cancellata da Ferrovie dello Stato, mentre la stazione Casal Selce, che doveva essere il prolungamento della Metro A è stata definanziata e quindi non sarà realizzata.

ROMA-CERVETERI-LADISPOLI: UN'UNICA URBANIZZAZIONE?
Infine un ultimo elemento urbanistico indicato da Legambiente Lazio: l’area ricade lungo la direttrice Roma Nord. Secondo l'associazione ambientalista collocare il nuovo stadio della Roma in quell’ambito significherebbe “avviare la definitiva conurbazione tra Roma, Cerveteri, Ladispoli e Civitavecchia, con buona pace di quanto previsto dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Roma”.

“Se qualcuno pensasse che qualche pannello solare possa servire a giustificare un piano di neo urbanizzazione in area agricola sarebbe un grave errore”, dichiara Mauro Veronesi, responsabile territorio di Legambiente Lazio. “La realizzazione dello stadio richiederebbe una variante urbanistica in accordo di programma per trasformare l’area da Agro romano vincolato ad area edificabile/servizi privati, tale è infatti uno stadio realizzato da una società privata quotata in borsa”.

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