Zaniolo: "Deluso dai miei ex compagni di squadra, io per la Roma una plusvalenza"
L’ex maglia 22 dei giallorossi racconta il rapporto con la squadra, con Mourinho e la città
“Sono rimasto deluso da quasi tutti i miei ex compagni di squadra. Non faccio nomi, mi dicevano che eravamo come fratelli e poi non mi hanno nemmeno salutato”.
A parlare è Nicolò Zaniolo che, a pochi mesi dall’addio alla Roma – in una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport – ha raccontato sensazioni e stati d’animo di quei giorni concitati alla vigilia della partenza, prima di salire su volo diretto a Istanbul, in Turchia. Il calciatore, classe ’99, centrocampista del Galatasaray, parla del rapporto con la squadra, con Mourinho e con la città.
Nella lunga intervista al giornalista Massimo Cecchini, Zaniolo non ha perso occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, a iniziare dai suoi ormai ex compagni di squadra.
“Sono rimasto deluso da quasi tutti. Non faccio nomi, ma dicevano che eravamo come fratelli e poi non mi hanno neppure salutato” ha risposto l’ex numero 22 della squadra giallorossa. E si è detto certo di non aver problemi con i calciatori della Roma se dovesse incontrarli in nazionale, aggiungendo: “Forse qualcuno può avere delle difficoltà con me, io non ne ho. Chi ha la coscienza sporca lo sa”.
Di Mourinho ha detto: “È un grandissimo allenatore e una grandissima persona. Mi ha fatto giocare quasi sempre. Certo, lui è abituato a gestire i fuoriclasse e io non lo ero. Mi sarebbe piaciuto averlo fra quattro o cinque anni, però mi ha dato tanto lo stesso”. Immancabile un commento sul recente derby della capitale, Zaniolo ha tifato Roma: “Speravo finisse in maniera diversa”.
Al calciatore del Galatasaray viene chiesto conto dello strappo della maglia nella partita contro il Genoa: “È stato solo un gesto di stizza, non di disprezzo. È come se avessi dato un pugno sull’erba. Non voleva essere una mancanza di rispetto”.
E sul rinnovo mancato, Zaniolo ha spiegato: “Potrei parlare ore di promesse non mantenute. Mi dicevano che ero una punta di diamante, invece sono sempre stato considerato solo una plusvalenza. Per due anni mi è stato detto che il nuovo contratto era pronto. A gennaio dell’anno scorso avrei firmato a poco più di quello che guadagnavo, perché a Roma stavo bene e sapevo che c’erano problemi col Financial Fair Play. Dopo tante chiacchiere mi sono stufato. Se io devo riflettere sul mio addio, penso che debbano farlo anche altri”.