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Lazio-Roma, Petkovic e Zeman: ecco come si vince il derby

Il boemo ha alle spalle due stagioni e mezza alla Lazio e due alla Roma. Ma il suo rapporto col derby non è facile. Primo derby in carriera per Petkovic

Lazio e Roma è una sfida dai mille volti. C'è quello "funny" di Claudio Lotito, o quello "filosofico" di Walter Sabatini. C'è la goliardia di Francesco Totti, e la solidità di Miroslav Klose. Il derby però è anche la sfida tra due uomini soli: Vladimir Petkovic e Zdenek Zeman. Due comandanti, gli unici due tecnici stranieri della Serie A. Uno bosniaco e l'altro boemo. Uno arrivato a Roma da sconosciuto, l'altro a furor di popolo. Entrambi avevano il compito di cambiare, rispetto alla stagione precedente Tanti i punti interrogativi sulle loro testa. Una sola certezza: la rivoluzione passa dal derby.

VLADO CHI? - Bellinzona-Lugano, il derby del Ticino, è stata la prima e unica stracittadina per Petkovic. C'erano 5mila persone, non proprio come se si fosse all'Olimpico. Curiosità di questa partita è che la terza rete di quel match la segnò Senad Lulic. Proprio grazie all'esterno, Petkovic deve il suo arrivo alla Lazio e il primo derby, vero, della sua carriera. Dopo una campagna acquisti a basso costo (solo Ederson e Ciani ndr), il tecnico sconosciuto ha costruito una squadra tatticamente duttile, con 2 punti fermi: la difesa a quattro e Klose. Il bosniaco da luglio a novembre ha cambiato più volte modulo, dal 4-3-3 del ritiro estivo al 4-5-1 ma soprattutto il 4-1-4-1 con Hernanes spostato da trequartista a registra di centrocampo, Candreva incursore e Lulic terzino. Un sistema di gioco camaleontico che sa far male anche grazie ad un pressing molto alto. 
 
PETKO IN FUORI - 'Petko', arrivato dopo l'esperto Reja, ha rivoluzionato i metodi di allenamento. Il bosniaco usa l'iPad per spiegare i movimenti e durante l'intervallo usa un programma di match analysis (lo stesso di André Villas Boas al Tottenham) per decidere cambi di uomini e di gioco. Sembra proprio questo uno dei motivi della rinascita di Antonio Candreva e del cambiamento di posizione di Hernanes. Molto esigente con i suoi giocatori, Petkovic è attento ai particolari, il bosniaco ha imposto alla sua squadra l'idea di dominare il gioco. Nonostante qualche passaggio a vuoto i risultati rimangono buoni :19 punti in 11 partite e quinto posto in campionato. 
 
LA LAZIO VINCE COSI' - Difesa attenta, giro palla veloce, pressing alto e contropiede. Sembra retorica ma con quattro mosse, Petkovic potrebbe mettere in scacco Zeman. Sarà importante anche il centrocampo chiamato a far filtro magari allargando anche il gioco. Juventus-Roma ha insegnato, agli avversari dei giallorossi, che sarà determinante giocare in profondità con una punta avanzata (Klose) e centrocampisti che si inseriscono alle spalle dei difensori (Marui, Hernanes e Candreva). Lulic e Konko saranno chiamati ad attaccare e difendere per 90 minuti, mentre Ledesma dovrà mettere in moto i compagni. Soprattutto a palla scoperta. Insomma la Lazio ha tutto per dar fastidio alla Roma.
 
4-3-3 SOLITO ZDE - A Trigoria lo aspettavano come un maestro. Ma il secondo capitolo romano di Zemanlandia in giallorosso ha avuto più bassi che alti fino ad ora. Via Bojan, Borini, Borriello, Cassetti e dentro tanti giovani sbarbati: Mattia Destro, Federico Balzaretti, l'americano Bradley, il greco Tachtsidis e il paraguaiano Piris. Una batteria di giovani con caratteristiche più o meno adatte al "suo" 4-3-3 . Fiducia poi a Lamela e a Totti sempre più leader di questa Roma. Corsa, verticalizzazioni e gol a palate. Ma anche buchi difensivi e incomprensioni.
 
ZEMAN DA MONTAGNE RUSSE - Rivoluzione sì, ma fino ad ora solo a metà. In alcune partite come nella vittoria esterna contro l'Inter si è vista la Roma migliore, contro l'odiata Juventus il punto più basso. Rimonte subite e goleade inflitte agli avversari. Se con Luis Enrique ci si allenava con il pallone e si giocava in orizzontale, con Zeman ci si allena con i gradoni e si corre in verticale. Un cambio radicale non ancora metabolizzato da tutti. La rivoluzione zemaniana ha fatto rinascere giocatori in difficoltà come Osvaldo e Lamela ma anche messo Daniele De Rossi, accusato di "pensare più a se stesso che alla squadra". La classifica dice 17 punti, miglior attacco (26 gol fatti) e seconda peggior difesa (20 gol subiti) dopo quella del Chievo. 
 
LA ROMA VINCE COSI' - Palla ai tre davanti e poi si sogna. Lamela, Totti e Osvaldo sono tra i giocatori più in forma del campionato. L'argentino, segna ormai da cinque gare consecutive, se 'El Coco' dovesse esultare anche contro la Lazio, andrebbe in gol per la sesta partita consecutiva, superando calciatori come Guaita, Baldo e capitan Totti, fermi a quota 5 marcature consecutive. A quel punto, rimarrebbe da superare Rodolfo "Sciabbolone" Volk, unico giallorosso in grado di andare a segno per 7 match consecutivi. Totti, nonostante qualche problemino fisico, dovrà scollarsi di dosso qualche patema da derby e fare quello che sa fare di solito. Osvaldo ha il piede caldo. Attenzione anche alzi inserimenti di Florenzi e alle sgroppate di Balzaretti che può far male a Konko. 
 
 
 

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