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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Lazio-Roma, da Chinaglia a Delvecchio: storia di gol e ripicche

L'astuzia di Klose e la classe di Hernanes contro la potenza di Osvaldo e il genio di Totti. L'Olimpico riapre domenica i battenti al derby della capitale, che si gioca per 365 giorni nel cuore delle tifoserie

Lazio e Roma. Giallorossi e biancocelesti. Nella Capitale il derby dura un anno. Un eterna sfida tra passato e presente che copre 83 anni di stracittadine che hanno prodotto emozioni, imprese, sfottò, zone grigie, ma hanno fatto da sfondo solo a cinque scudetti. È Zeman l'emblema di un presente problematico, doppio ex che ha cercato invano di banalizzare il derby a gara qualunque.

I laziali tifano per questo approccio che ha portato al record di 4 ko in un anno nella Roma 1997-98, poi però il boemo ha cambiato registro col 3-3 show in rimonta e una vittoria nel 1998 per 3-1. Stesso andamento tra il '94 e il '97 quando guidava la Lazio: un ko 3-0 iniziale e poi due vittorie e due pari per 0-0, quasi una bestemmia per il calcio zemaniano.
 
L'altra faccia da derby è quella del Gladiatore, che vive la gara in modo viscerale: in 19 anni Francesco Totti ha fissato il record di presenze (36 tutto compreso), di vittorie e di sconfitte ma nel pantheon dei goleador è a una lunghezza dai 9 gol di Da Costa e Delvecchio, ed è l'unico record che gli manca. Totti protagonista col cucchiaio nel 5-1 del 2002, con la doppietta nel 2011 ultimo successo giallorosso, con la maglietta ironica 'vi ho purgato ancorà nel 3-1 al 90' del 1998, col gesto irridente del 'pollice versò dopo il 2-1 del 2010 alla fine del derby in cui lui e De Rossi erano stati sostituiti da Ranieri. Se andrà in panchina uno spicchio di gloria potrebbe ritagliarsi domenica Tommaso Rocchi, 5 gol nei derby, a 2 dal mito degli attaccanti di ogni tempo, Silvio Piola, a segno tra il 1934 e il 1942, con una doppietta nel 1941. 
 
Della triade record in Italia quindi solo Gunnar Nordahl, due anni alla Roma a fine carriera, non è riuscito a lasciare la sua firma, ma il derby ha tante storie da raccontare: un gol di Rodolfo 'Sciabbolone' Volk decide per i giallorossi la prima sfida l'8 dicembre 1929 al campo della Rondinella al Flaminio, poi segna per sette gare consecutive. Quando si ferma lui la Lazio sforna il primo successo, il 26 giugno 1932, 3-0 a campo Testaccio.
 
Poi sale in cattedra Fulvio Bernardini ed è 5-0 tuttora record con doppietta del Dottore e tripletta di Tomasi nel 1933; nel ritorno la Lazio rimonta tre gol con tripletta del brasiliano 'trippa di ferro' DeMaria. Bernardini è il capostipite dei doppi ex, 'squadra' che comprende tra gli altri Ferraris IV, Selmosson, Petrelli, Fuser, Mihajlovic, Di Biagio, Cordova, poi dopo le roventi polemiche per Manfredonia il mercato capitolino si è chiuso. A fine anni '50 lo spauracchio di Bob Lovati e della Lazio è Dino Da Costa, brasiliano che segna per otto derby di fila, poi l'argentino Piedone Manfredini firma una tripletta nel 4-0 del 1960. 
 

>> ARBITRA GIANLUCA ROCCHI <<

 
Nel 1969 c'è un black out elettrico in Coppa Italia, con la Roma 'in trasfertà che passa. La Lazio si vendica di tutto stabilendo una netta supremazia negli anni di Maestrelli a partire dal siluro da 40 metri di Nanni nel 1972: emblema della riscossa Giorgio Chinaglia, che dopo il 2-1 nel marzo 1974 temerariamente va a festeggiare sotto la curva Sud e per una settimana si rifugia a dormire a casa del tecnico. Pruzzo, Voeller, Balbo da una parte, Giordano, D'Amico, Signori dall'altra accompagnano la crescita del calcio capitolino, il derby si inserisce nella lotta scudetto. Prima però c'è la tragedia di Vincenzo Paparelli, col razzo lanciato da curva a curva che uccide il tifoso laziale il 28 ottobre1979, prodromo delle successive violenze, spartiacque con l'addio alla rivalità fatta di scommesse e sfottò. 
 
Perlessità suscita lo show del ventenne Paolo Di Canio che firma la vittoria dopo tre anni in B nel 1989 ed emula Chinaglia nella provocazione di festeggiare verso la curva Sud. Eriksson passa da una panchina all'altra, con Mancini in campo la Lazio incanta, ed ecco il 4-1 del 1998 a spese di Zeman. Poi arriva Capello e la Roma prende dimestichezza coi derby: Totti inventa e Marco Delvecchio si conquista un credito imperituro con 9 centri. La Roma restituisce il 4-1 nel 1999 (4-0 dopo 37') e nel dopo scudetto festeggia il 5-1 con l'unico poker, quello di Vincenzo Montella (e Nesta sostituito al 45'). Poi c'è la prodezza di tacco di Amantino Mancini che mette ko la Lazio di Roberto Mancini nel 2003. Lo spettro della violenza negli stadi riaffiora a 25 anni dalla tragedia di Paparelli: il 21 marzo 2004 gli ultrà impongono la sospensione del derby per la notizia falsa della morte di un tifoso. 
 
Le autorità smentiscono ma non basta, non si gioca. Il resto è passato prossimo: 3-0 per la Lazio nel 2006 con Delio Rossi che fa il bagno notturno nel Fontanone del Gianicolo (pieno di 'omaggì giallorossi, secondo il tamtam delle radio), un 3-2 dato e restituito (Behrami segna al 92') nel 2008, ancora Lazio avanti con un 4-2 nel 2009 (due gol in 3') e i quattro successi di Ranieri a seguire. L'anno scorso doppio ko per Luis Enrique, e ora torna in scena Zeman, garanzia di gioco e gol. Il derby n. 139 promette scintille. 
 
 

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