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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Qui Formello, Lazio adesso inizia una settimana di fuoco

I 3 gol rifilati ai veneti non devono in alcun modo appagare la squadra. I biancocelesti devono rimanere umili e migliorare sotto il profilo della concentrazione se vorranno far bene in Europa e nel derby

Nel giorno della contestazione organizzata dalla Curva Nord nei confronti del presidente Claudio Lotito, la Lazio risponde sul campo con un rotondo 3-0 ai danni del Chievoverona. Partita chiusa già nel primo tempo dopo le reti di Candreva (ancora una volta sugli scudi), Cavanda (primo gol in A) e Lulic. Molto bene anche la coppia formata da Onazi e Ledesma. A dispetto di un risultato netto, la Lazio ha comunque sofferto la veemenza del Chievo, che pur in svantaggio ha creato diverse apprensioni alla retroguardia biancoceleste. Partendo dalla gara di ieri analizziamo cosa va e cosa invece Petkovic dovrebbe rivedere.

COSA VA - La Lazio di ieri è sembrata in grande crescita dal punto di vista della condizione fisica. Candreva nonostante il doppio impegno in Nazionale è stato ancora una volta straripante, e l'inserimento di Onazi (se gioca così per Petkovic sarà difficile tenerlo fuori) ha portato muscoli e qualità alla linea mediana; Ledesma è tornato ad esprimersi sui suoi livelli riscattando le prime uscite in cui era apparso a dir poco opaco.

Ederson ha scacciato le voci che lo volevano ai ferri corti col mister: il brasiliano  sembra rigenerato, pressa e dispensa assist, e se continuerà a star bene fisicamente potrà tornare molto utile alla causa. Cavanda, che solo pochi mesi fa sembrava al passo d'addio, è oggi ampiamente recuperato, e nonostante un avvio stentato (giocava a sinistra), appena è stato spostato a destra è diventato determinante, trovando addirittura la via della primo marcatura nella massima serie che gli darà ancora più fiducia. Si sono viste delle ottime trame di gioco, con scambi di prima e una manovra veloce con la palla a terra. Ancora una volta, ci sono state e tante conclusioni verso la porta avversaria, ben 14. 

COSA NON VA - Una prima nota negativa della partita con il Chievo è stato l'infortunio occorso a Giuseppe Biava, che ha abbandonato il campo al 13' del primo tempo. Il centrale comasco si è fatto male da solo, procurandosi una distorsione alla caviglia che lo costringerà sicuramente a saltare il Legia Varsavia nella prima uscita europea di giovedì, e che mette in forte dubbio la sua presenza nella stracittadina di domenica.

La difesa, già orfana di un leader come Radu, perde dunque un altro pezzo importantissimo, quello che al momento si completa meglio con Lorik Cana, scelto da Petkovic come titolare sin dall'inizio di questa stagione. Adesso la situazione si complica, perchè una coppia di centrali difensivi è idealmente costituita da un difensore possente come l'albanese e da uno più rapido come Biava (nonostante i 36 anni). I ricambi a disposizione invece sono tutti dei colossi, da Ciani a Novaretti, passando per Andrè Dias (ormai ai margini e neanche arruolabile in Europa poichè escluso dalla lista).

I giorni per affinare gli automatismi difensivi sono pochi: Ciani ha grandi mezzi fisici ma è un po' troppo irruento e Novaretti deve ancora assimilare certi movimenti. La delusione dei tifosi per il mancato arrivo di Yilmaz ha sviato l'attenzione sui problemi della difesa, un reparto ormai attempato e che necessitava di un centrale con caratteristiche diverse da quelle dei calciatori attualmente in rosa.

Un altro limite su cui deve lavorare la Lazio è la concentrazione: in diverse occasioni, pur avendo il controllo del match, i biancocelesti hanno concesso al Chievo alcune opportunità non capitalizzate soltanto grazie a uno strepitoso Marchetti o all'imprecisione degli avanti gialloblù. Ma come ricordava Petkovic nella conferenza stampa pre-partita, certi cali di tensione con le grandi squadre, come ad esempio la Juve, si pagano caro. Il tecnico bosniaco dovrà dunque lavorare tantissimo soprattutto sull'aspetto mentale per far sì che la sua squadra non incappi più in quei clamorosi black-out, che troppo spesso si sono tradotti in magre figure.

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