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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Frascati Scherma, Ramunno e la scelta di fare l’arbitro

"Aiuta anche la mia crescita tecnica”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday

Frascati (Rm) – Fresco laureato nella facoltà di Fisioterapia (all’università La Sapienza) col massimo dei voti, atleta di buon livello e pure apprezzato arbitro. Edoardo Ramunno, 23enne sciabolatore del Frascati Scherma, si è tolto diverse soddisfazioni negli ultimi tempi. Prodotto purissimo del club tuscolano con cui ha iniziato ad appena 8 anni (senza mai lasciare la “Simoncelli”), Ramunno si è preso una pausa dal suo impegno come atleta. “Mi sono allenato regolarmente fino alla stagione 2018-19 quando nel corso di una gara a squadre di serie A2 ho subito un infortunio abbastanza grave a livello muscolare. Poi sono rientrato a Palermo per i campionati italiani Assoluti dove non sono riuscito a completare la gara per una ricaduta. L’anno scorso ho fatto una prova di qualificazione ai campionati italiani e poi mi sono fermato, anche per via della pandemia. Ultimamente non mi sono allenato perché dovevo completare il mio percorso universitario che ho concluso una settimana fa, ma voglio tornare in palestra il prima possibile. Obiettivi? Sarebbe bello qualificarsi già quest’anno per i campionati italiani, anche se al momento non c’è nessun calendario ufficiale”. Ramunno parla del suo impegno nello studio: “Ho scelto la facoltà di Fisioterapia proprio per rimanere nell’ambito del mio sport anche in futuro, se sarà possibile. Ci sono molti collegamenti e infatti la tesi l’ho fatta sul trattamento e la prevenzione degli infortuni nella scherma, anche perché non ne sono state fatte tante sull’argomento”. Il giovane sciabolatore spiega com’è nato il suo interesse per il percorso arbitrale: “Nella nostra palestra è stata importante la spinta di Giovanni Scardini che fa parte del gruppo arbitrale del Lazio e che suggerisce ai ragazzi di provare questa avventura. Per me è un modo come un altro per rimanere nella scherma anche in futuro: c’è chi sceglie il settore magistrale e chi l’arbitraggio. Ho provato a stare vicino ai bimbi come istruttore, ma mi sono trovato meglio sotto l’altro aspetto. Ho iniziato da quattro anni come aspirante arbitro, poi alla fine dell’anno scorso ho sostenuto l’esame come arbitro nazionale. Facendo questo percorso si capisce che talune volte è meglio evitare proteste inutili: qualche atleta, accompagnatore o maestro più esuberante c’è, ma nella norma. Inoltre questa avventura mi fa crescere anche come atleta perché si acquisiscono conoscenze tecniche importanti. Il futuro? Cercare di migliorare. Il livello delle gare regionali è già alto e testante per un arbitro, è ovvio che mi piacerebbe arbitrale sempre più gare nazionali e magari un giorno anche quelle internazionali, ma al momento questo tipo di discorso è prematuro”.

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