Roma, è già processo a Zeman. Osvaldo e Lamela scintille
Il pesante ko della Juventus Stadium ancora brucia. La piazza bolle e i tifosi sono stufi. La dirigenza è sulla graticola. L'ex presidente Rosella Sensi: "Avrei preso Montella"
Il cielo sopra Roma è grigio, rispecchia l'umore dei romanisti all'indomani della debacle di Torino. Nuvoloni e piogge stanno invadendo la Capitale, ma il temporale più grande lo ha causato il 4-1 subito sul campo della Juventus cancellando in un sol colpo l'entusiasmo che il ritorno di Zdenek Zeman era riuscito a riaccendere dopo la sciagurata stagione a marchio Luis Enrique.
IL PESANTE KO - La figuraccia rimediata da Totti e compagni rischia adesso di pesare come un macigno sulle velleità dei giallorossi, ridimensionati in appena 19' minuti dalla premiata ditta Conte-Carrera. E di infrangere il sogno zemaniano, nonostante il tecnico boemo risponda con ironia a chi lo accusa di esser sorpassato: "Vecchio io? Il presidente della Repubblica e il Papa hanno più anni con me, e fanno bene il loro lavoro".
IL LITIGIO OSVALDO-LAMELA - Durante e dopo Juventus-Roma, Osvaldo-Lamela hanno litigato cominciando in campo, per le solite questioni. I due hanno continuato a dirsene negli spogliatoi, in spagnolo. Non è la prima volta visto che già c’era il precedente incredibile litigata dello scorso 25 novembre. In quel caso, negli spogliatoi dello stadio Friuli di Udine. In realtà tra Osvaldo e Lamela la questione era chiusa già sul pullman, i due sono grandi amici ma l’umore non è idilliaco.
ROSELLA SENSI - Ma a dare voce ad amarezze e recriminazioni della piazza è una tifosa particolare, l'ex presidente Rosella Sensi: "Zeman? lo stimo, ma Montella sarebbe stato un ottimo allenatore. Alcuni giocatori non sono adatti al gioco di questo allenatore". E poi una frecciata a Baldini: "Non capisco certe dichiarazioni alla vigilia di una partita in cui i giocatori andrebbero caricati". Ripartire, insomma, non sarà facile. Guardarsi in faccia nemmeno: dirigenti, tecnico giocatori lo faranno martedì a Trigoria, dopo 48 ore di libertà concesse più per schiarirsi le idee che per ricaricare le pile.
LA VECCHIA ROMA - Eppure i punti di contatto tra la Roma asturiana e quella boema cominciano già a venire a galla. L'avvio di stagione in salita, con appena 8 punti conquistati su 18 a disposizione (ma Zeman deve ringraziare il comportamento di Cellino per i tre strappati all'Is Arenas senza nemmeno scendere in campo), le difficoltà riscontrate all'Olimpico, la scoppola rimediata allo Juventus Stadium (con Luis Enrique finì 4-0, ma si giocò fino alla mezz'ora ndr). Le colpe di Zeman, però, non devono alleggerire le spalle di dirigenti e giocatori.
BALDINI E ZEMAN - Baldini e Sabatini hanno avuto carta bianca dalla proprietà americana nel decidere il progetto tecnico, hanno spinto Montella a Firenze per poi andare a Pescara a riprendere Zeman, hanno rivoluzionato ancora una volta la squadra senza però colmare quelle lacune già evidenti nella rosa di Luis Enrique. "Abbiamo fatto scelte chiare e ora dobbiamo interrogarci su altre scelte magari non tutte felici. Forse abbiamo sopravvalutato qualche giocatore" ha ammesso Sabatini, anticipando un'analisi interna che proseguirà nei prossimi giorni e che dovrà approfondire anche il legame tra tecnico e squadra.
Le parole di De Rossi "sbaglia chi parla di scudetto, il progetto è pluriennale e dobbiamo tribolare nelle prime stagioni", in evidente antitesi con quelle di Zeman, aggiunte al fatto che non tutti nello spogliatoio sembrano credere nel gioco del boemo, inducono infatti a pensare a una spaccatura interna che dovrà immediatamente essere ricucita attraverso un deciso intervento della società.