Il Codacons non molla: "Il Prefetto riesamini data e orario di Roma-Lazio"

Non si arrende il Codacons dopo l'ok del Tar del Lazio di ieri allo svolgimento del derby Roma-Lazio per la finale di Coppa Italia del 26 maggio prossimo alle 18. L'associazione di consumatori, infatti, con una documento, ha reso noto che in giornata presenterà una formale diffida al Prefetto di Roma, finalizzata ad ottenere lo spostamento della gara o, in via subordinata, il suo posticipo alle 21. 

Nel testo, diffuso dallo stesso Codacons, si legge che "appare evidente come il problema di evitare che l'uscita dallo stadio, dopo lo svolgimento della finale, avvenisse col buio, non può dirsi affatto superato, con la fissazione della finale alle 18, atteso che tale finale si concluderà alle 19:45, e, in caso di tempi supplementari e rigori, addirittura alle 20:45/21, e quindi col buio". 

Non solo; viene sottolineato come "la concomitanza del derby con lo svolgimento delle elezioni comunali determina i maggiori problemi all'uscita dallo stadio, ove si consideri che nel dopo partita migliaia di tifosi si riverseranno sulle strade circostanti la zona adiacente lo stadio, quando ancora mancano una o due ore alla chiusura dei seggi". 

Essendo pacifico, per l'associazione che l'inizio della partita alle 18, "non risolve assolutamente il problema di evitare che la partita finisca col buio", la richiesta alla Prefettura è quella di "riesaminare il provvedimento con cui ha deciso di far svolgere la finale lo stesso giorno delle elezioni comunali, e quindi chiedere alla Lega Calcio di spostare tale finale ad una data diversa dal 26 maggio 2013", e, in via subordinata, "di spostare l'orario della finale dalle 18 alle 21". 

Nella stessa nota, il Codacons ha comunicato di aver deciso di rivolgersi oggi anche alla Procura di Roma, sollevando un altro problema: "indipendentemente da chi vincerà l'incontro – si legge - si registreranno festeggiamenti in tutta la città, con centinaia di migliaia di tifosi e simpatizzanti che si riverseranno in particolare nelle zone del centro di Roma, paralizzando la città ed impedendo a coloro che ancora non avessero votato di esercitare il proprio diritto, considerate le obiettive e pacifiche difficoltà che si riscontreranno nel raggiungere i seggi".