Roma, dissidi Pallotta-DiBenedetto: ci saranno rivoluzioni?
"Il nostro compito è quello di costruire un modello di business che consenta al club di competere ai livelli più alti". Queste le parole rilasciate al New York Times da James Pallotta
Se la Roma, sul lato tecnico, non se la passa bene sul piano societario le cose non vanno bene. I modelli di business nuovi ci sono ma faticano a decollare ecco perché ci potrebbero essere dei clamorosi stravolgimenti. "È nostro compito costruire un modello di business che consenta al club di avere i mezzi per competere ai livelli più alti, e allo stesso tempo sviluppare una piattaforma mediatica che permetta ai nostri tifosi in tutto il mondo di seguire la Roma nella maniera più coinvolgente possibile". Ha dichiarato oggi James Pallotta, uno dei quattro soci del consorzio americano che controlla la As Roma, parlando al New York Times. Nel gruppo Usa, assieme a Pallotta, ci sono Thomas DiBenedetto, Richard D'Amore e Michael Ruane. Pallotta, che è titolare dell'hedge fund 'Raptor Group' e co-proprietario della squadra di basket Nba dei Boston Celtics, sottolinea poi come "i mattoni su cui costruire il successo includono: il miglioramento dell'esperienza-stadio per i tifosi, cominciando dal renderlo più accogliente per le famiglie, e lo sviluppo di una forte presenza digitale; l'organizzazione di tour della squadra in America e Asia, così da dare ai nostri fans in tutto il mondo la possibilità di vedere la squadra dal vivo, e infine costruire un nuovo stadio a Roma".
Secondo l'Adnkronos saranno due manager di fiducia di James Pallotta, uno di questi è Mark Pennes, personaggio di spicco del fondo 'Raptor', però a sostituire nel cda proprio Michael Ruane e Richard D'Amore che lasceranno le cariche per motivi legati ai loro affari e alle normative finanziarie statunitensi. Due nuovi ingressi che però non sarebbero accolti con particolare entusiasmo da Thomas DiBenedetto, che vedrebbe in parte ridotto il suo peso all'interno della società. Da qui alcune voci su un suo possibile addio che al momento non è ancora un'ipotesi concreta. Nel prossimo cda si discuterà di organico, funzioni, ruoli e deleghe, entrando nello specifico dei compensi dello stesso cda e anche delle strategie future e di un assetto e un chiarimento della governance. Oggi si era spara la voce di dimissioni addirittura possibili per DiBenedetto ma secondo fonti finanziarie la notizia è quindi assolutamente priva di fondamento e anche da Unicredit fanno trapelare che non esiste alcun problema con Thomas DiBenedetto.