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Calcioscommesse, shock in casa Lazio: arrestato Stefano Mauri

A Mauri, arrestato insieme a Milanetto, sarebbe contestato il reato di associazione a delinquere finalizzato alla truffa e alla frode sportiva. Sarebbero stati anche accertati diversi contatti tra i giocatori e gli esponenti dell'organizzazione criminale

L'inchiesta sul calcioscommesse entra in una nuova fase. Alle prime luci dell'alba sono stati arrestati diversi giocatori tra cui anche il centrocampista della Lazio Stefano Mauri. L'operazione odierna, con 19 provvedimenti restrittivi e numerose perquisizioni, costituisce una nuova tranche dell'inchiesta che lo scorso dicembre ha portato alla cattura di 17 altri indagati. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi sono compresi giocatori ed ex-giocatori italiani, coinvolti nel fenomeno del calcio-scommesse. Eppure Mauri, lo scorso 13 aprile, aveva detto ai tifosi laziali di "stare tranquilli".

Il pm di Cremona, secondo quanto riporta Sky, aveva chiesto misure cautelari per Sculli, ma nonostante i tanti indizi raccolti sul suo conto, soprattutto in merito alla presunta combine di Lazio-Genoa 4-2, il gip ha respinto la richiesta, in attesa di ricevere novità dalle indagini, che sono tutt’ora in corso. A Mauri, arrestato insieme a Milanetto, sarebbe contestato il reato di associazione a delinquere finalizzato alla truffa e alla frode sportiva. Sarebbero stati anche accertati diversi contatti tra i giocatori e gli esponenti dell'organizzazione criminale.

LA LAZIO - La società bianconceleste adesso rischia grosso anche se al momento, questo va ricordato, sulla società biancoceleste non c'è nessun deferimento in atto. L'impressione, però, è che sia solamente questione di tempo. Una volta deferita la Lazio sarà sicuramente esclusa dalla prossima edizione dell'Europa League visto la Uefa, non permette a società con pendenze giudiziarie a carico, di partecipare a competizioni europee. Ci si interroga anche sui punti di penalizzazione che potrebbero essere da 3 a 12 punti nell'ultimo campionato appena finito. 

I TIFOSI - "Non ce se crede": il popolo laziale ha utilizzato forum e radio per manifestare il proprio sgomento. "Ha sempre detto di essere tranquillo. E infatti, se sa, a Roma, che fine ha fatto 'tranquillo'. Ricominciamo un'altra volta, non ci si crede", scrive un supporter riferendosi a quel "tifosi state tranquilli" pronunciato dal centrocampista brianzolo all'uscita dalla Procura federale dopo la sua audizione in merito alle partite Lazio-Genoa del 14 maggio 2011 e Lecce-Lazio del 22 maggio 2011, nell'inchiesta parallela condotta dalla giustizia sportiva. "Basta che non ci andiamo di mezzo Noi tifosi e la S.S. Lazio, che non c'entriamo", si auspica un supporter. "Per l'ennesima volta viene coinvolta la squadra per dei singoli calciatori - sottolinea un altro -. Per arrestarli qualcosa in mano hanno, ma 'sta volta devono farci vedere prove certe e schiaccianti e non chiacchiere da bar". C'è chi è più cauto, qualcun altro è disarmato: "Mauri ha combinato qualcosa e sicuramente la paghiamo. Mi sono stufato di andare allo stadio parcheggiare lontano, prendere la pioggia perchè non ti fanno entrare con l'ombrello. Se la Lazio è andata male sul campo va bene, ma uno che prende più di un milione di euro di ingaggio e sistema le partite, non va bene. Non può andarci di mezzo una squadra per una legge becera".

NEL RITIRO DELLA NAZIONALE - Il blitz odierno ha portato gli agenti della polizia nel ritiro della Nazionale. Secondo quanto apprende l'ANSA, agenti sono andati nel centro sportivo di Coverciano per eseguire perquisizioni nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse condotta dalla procura di Cremona. Agli atti dell'indagine di Cremona che ha portato agli arresti di stamani vi è anche il resoconto di un summit in un ristorante genovese, il 10 maggio 2011, nei giorni precedenti la partita Lazio-Genova a cui parteciparono Giuseppe Sculli, il calciatore della Nazionale Domenica Criscito, un pregiudicato bosniaco e due dei maggiori esponenti degli ultrà del Genova. L'incontro è stato documentato dagli agenti della polizia che hanno condotto le indagini. Perquisizioni sono state compiute dalla polizia nei confronti dell'allenatore della Juventus, Antonio Conte, nell'ambito dell'inchiesta della procura di Cremona sul calcioscommesse. Secondo quanto si apprende, Conte è indagato per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva.  

 

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