rotate-mobile

Filippo Giannitrapani

Collaboratore Sport

Mourinho, sacrificare la qualità per il bene della squadra. E la Roma ringrazia

El Shaarawy, Mkhitaryan, Carles Perez sono solo alcuni esempi della nuova Roma di Mourinho. Solida, compatta e battagliera che nelle ultime tre partite ha conquistato tre vittorie

La squadra e il risultato prima di tutto. La qualità a servizio del gruppo. Ecco i rimedi che Mourinho sta utilizzando per guarire la Roma. E gli effetti della cura Mou si sono visti nelle ultime tre partite in cui i giallorossi hanno trovato tre vittorie consecutive fra campionato e Conference League (Genoa, Zorya, Torino) segnando sette reti e subendone zero. 

La "nuova" Roma di Mou è figlia dell'emergenza innanzitutto. Prima fuori tutti i terzini per infortuni vari, Karsdorp escluso, poi i centrocampisti con Pellegrini infortunato, Veretout squalificato, Villar e Cristante positivi al Covid. In secondo luogo la rivoluzione Mourinhiana nasce dall'esigenza di proteggere la difesa e portare a casa il risultato. 

Fino alla disfatta in Conference League contro il Bodo/Glimt, Mou aveva scelto il 4-2-3-1 come schema fisso e irrinunciabile. Dalla Norvegia è tornata una Roma diversa, più fragile e con meno certezze. E quindi c'era bisogno di un nuovo abito. Di base questa Roma si presenta con il 3-4-1-2 in realtà è un 5-3-2. Difensiva, bassa, accorta, letale in contropiede. Questi sono i nuovi cardini su cui si basa la squadra giallorossa che con un rinnovato spirito di sacrificio è lì ad inseguire il quarto posto tenendo a debita distanza Juventus e Lazio su tuttte. La Roma però scende in campo con diversi giocatori offensivi, nell'ultima partita contro il Torino in campo c'erano Abraham, Zaniolo, Pellegrini, Mkhitaryan, El Shaarawy (Carles Perez subentrato a partita in corso) ovvero i trequartisti e l'attaccante del primo Mou romanista. Stessi uomini ma con uno spirito diverso. 

Lo scatto mentale Mourinho l'ha fatto fare a determinati giocatori. Chi ha da sempre giovato dell'arrivo dello Special One è El Shaarawy. Il Faraone ha trascinato la Roma nelle prime partite segnando a profusione poi col cambio di modulo si è adattato a compiti più difensivi. El Shaarawy è diventato "l'Eto'o del raccordo anulare". Mourinho infatti sta utilizzando il numero 92 giallorosso, proprio come fece nel 2010 con il camerunense nell'Inter del Triplete. El Shaarawy ha messo da parte le sue qualità offensive e si sacrifica sulla fascia come il più esperto dei tornanti/terzini. Il Faraone è fondamentale per questa nuova Roma, i suoi ripiegamenti profondi e le sue diagonali difensive aiutano la squadra e la difesa. 

Un altro giocatore che era entrato in un vortice negativo e che adesso è rinato è Mkhitaryan. L'armeno scelto inizialmente da Mou da esterno alto nel 4-2-3-1 adesso è diventato un interno di centrocampo di tutto rispetto. Faro della mediana giallorossa, Mkhy recupera palloni e li ripulisce servendo assist al bacio agli attaccanti giallorossi, vedi il pallone illuminante per Abraham, match winner nell'ultima giornata oppure quello servito a Felix Afena-Gyan contro il Genoa. Altro esempio è Carles Perez, nato attaccante, adesso reinventato mediano/interno. Contro il Torino lo spagnolo è stato messo per fare legna a centrocampo. L'ex Barcellona ha toccato pochi palloni ma ha svolto tanto lavoro oscuro, di copertura.

El Shaarawy, Mkhitaryan, Carles Perez sono alcuni degli esempi più lampanti della nuova Roma disegnata e diretta da Mourinho, dove la qualità viene messa a servizio della squadra. Dopotutto l'emergenza ha portato i suoi frutti e nelle difficoltà Mourinho ha trovato una nuova Roma battagliera, soldia e vincente. 

Si parla di

Mourinho, sacrificare la qualità per il bene della squadra. E la Roma ringrazia

RomaToday è in caricamento