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Filippo Giannitrapani

Collaboratore Sport

Colpa di Karsdorp

L'Olimpico giallorosso protesta. Mourinho mette alla gogna pubblica i calciatori. Karsdorp il traditore lascia la Capitale. Il rumore dei nemici viene dall'interno

“Punirne uno per educarne 28”. Quell’uno è Karsdorp. Con questo motto Mourinho arriva alla sosta (santa sosta per i giallorossi) dopo una prima parte di stagione deludente per la sua Roma settima in Serie A, col derby perso e ai sedicesimi di Europa League

L’Olimpico è stanco, i tifosi sono stanchi. Al 17esimo sold out consecutivo il popolo romanista regala fischi assordanti a Mou e ai suoi - Dybala escluso unica Joya predicatore nel deserto giallorosso - che col Torino (1-1) hanno giocato un’altra pessima partita. A contestare non è il gioco che non c’è, ma l’atteggiamento. Proprio su questo Mou sta premendo in questi giorni chiedendo autocritica ai suoi (dovrebbe farla pure lui) e proprio per questo Karsdorp il traditore è stato punito. Il rumore dei nemici non è più all'esterno ma è dentro Trigoria. L’olandese è stato punito da Mou, il monito, l'esempio per tutta la squadra. Una presa di posizione importante dello Special One che però rischia di rivelarsi un boomerang.

Sassuolo-Roma la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Karsdorp entra male, a livello di atteggiamento, e paga le conseguenze. Non si tratta dell'errore nella giocata senno Ibanez non avrebbe più visto il campo, ma l'attitudine, il comportamento. Mou lo mette alla gogna pubblica criticandolo apertamente, tanto che è dovuto intervenire l’agente del calciatore per chiedere chiarimenti. Mossa azzardata in una piazza calda come quella di Roma dove "La Roma non si discute ma si ama" e per molti pseudo-tifosi questo vuol dire prendersi libertà come attendere sotto casa il giocatore in questione. Infatti dopo lo sfogo del portoghese alcuni “tifosi” della Roma hanno atteso Karsdorp sotto la sua casa, di certo non per fare dei complimenti. Risultato: calciatore non convocato per il Torino e olandese che addirittura lascia Roma con la famiglia il giorno della partita. Certo non una mossa furba del giocatore per provare a ricucire lo strappo con l’allenatore che gli ha consigliato di cercarsi una squadra a gennaio. Ma dopo un trattamento del genere chi potrà offrire alla Roma 15-17 milioni per il terzino? Si tratta anche di un danno economico per la Roma.

Punirne uno per educare gli altri, dicevamo. L’esito sperato non è arrivato. Contro il Torino in tanti non hanno reagito. Malissimo Abraham (3 gol in questa stagione), da cui ci si aspettava una reazione di orgoglio dopo la mancata convocazione al mondiale. Come se non bastasse arriva il “bastone” usato da Mou nel post gara: “Tu devi dare tutto in campo ogni giorno, ogni allenamento, ogni partita. Giochi bene, giochi male, sbagli. Se sbagli con me al massimo penso che sei scarso. Ma un'altra cosa è l'atteggiamento, la domanda riflette il mondo di oggi. Ma che appoggio psicologico? Corri, vai là, duelli individuali, sbaglia, crea problemi. Amico, sono milioni di bambini che vogliono arrivare, arrivano in pochi. Sono privilegiati”. Servirà questo nuovo attacco pubblico? O sarà terreno fertile per altri comportamenti poco consoni di “alcuni tifosi”? Mou ha sempre supportato il livello psicologico dei suoi. O meglio il vecchio Mou.

Abraham non è l’unico a deludere. Male Zaniolo che continua la sua lotta contro tutti in campo tra avversari e arbitro sempre e costantemente a testa bassa. Peggio Cristante, lento, impacciato sostituto da un giovanissimo e sommerso da una marea di fischi, Mou si è dovuto arrendere e sostituire il suo “insostituibile”. Da Zalewski ci si aspettava un bel salto di maturità, ma niente da fare. Per Mancini capitano è una rissa continua con chiunque. Belotti versione involuta del bomber visto a Torino si sta rivelando una delusione e non per il rigore, lo hanno sbagliato anche i più grandi e di più importanti, vedi Baggio, qui la domanda è perché tira lui quel rigore quando il Gallo ha da sempre problemi dagli undici metri? Vedi finale Europeo. Perché non c'è un ordine? Una gerarchia? Che poi con Dybala in campo l'opzione dovrebbe essere una. Colpa di Karsdorp? O magari del catenaccio di Sarri?

Mou sta iniziando la sua nuova epurazione, dopo quella del 6-1 post Bodo/Glimt. Mou non difende più i suoi ma li mette alla gogna pubblica in una piazza come Roma. Il pollice dell’Imperatore portoghese tende verso il basso per molti e il popolo è stanco, arrabbiato e deluso. Scelta saggia o si va verso l'autodistruzione? Trovare sempre il colpevole può rivelarsi una caccia vana, un sotterfugio per evitare la realtà, che racconta di una squadra senza anima e senza idee. Fortuna che c’è la sosta. 

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