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Roma, la spinta dell'Olimpico per sfatare la maledizione inglese

Giovedì 5 maggio la Roma giocherà la semifinale di ritorno di Conference League contro il Leicester. L'Olimpico può essere l'arma vincente per arrivare alla finale di Tirana

La Roma ha pareggiato per uno a uno in trasferta sul campo del Leicester l'andata delle semifinali di Conference League. Un pareggio agrodolce per i giallorossi con la qualificazione alla finale del torneo ancora tutto da giocare. L'Olimpico sold out, potrà essere l'arma vincente per i giallorossi per raggiungere la finalissima di Tirana e sfatare il tabù inglese.

Maledizione inglese

Contro il Leicester la Roma ha giocato la sua 23esima partita in terra inglese. Il bilancio è tutt'altro che positivo con una sola vittoria ad Anfield 21 anni fa contro il Liverpool in Coppa Uefa, 14 sconfitte e 8 pareggi. Il tabù in Inghilterra vale in maniera più ampia per il calcio italiano in generale, con nessuna squadra del nostro Paese uscita vincitrice in una semifinale contro una squadra della Regina.

Quella contro le Foxes è la terza semifinale europea della Roma negli ultimi cinque anni. Gli ultimi due incroci contro Liverpool (Champions League 2018) e Manchester United (Europa League 2021) hanno significato eliminazione per la Roma. Mou ha intenzione di cambiare rotta.

L'Olimpico per la finale

Mourinho ha intenzione di cambiare l'andamento europeo della Roma. A supportare lo Special One ci sarà l'Olimpico verso l'ennesimo sold out stagionale. Come contro il Bodo/Glimt dove i tifosi sono stati protagonisti con un tifo incredibile tanto da far tremare le gambe ai norvegesi, contro Vardy e compagni i fan giallorossi giocheranno la loro partita. Proprio l'Olimpico pieno potrà spingere la squadra alla finale, e Mou spinge proprio sul fattore ambientale come ha fatto nel post gara ringraziando i 1600 tifosi romanisti che al King Power Stadium hanno incitato la squadra per tutti i 90 minuti.

La finale non è impossibile visto il Leicester dell'andata dove la Roma deve fare mea culpa per il secondo tempo in cui non ha giocato pensando solo a difendere l'uno a zero, e con un Olimpico pieno per Pellegrini e compagni sognare è lecito

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